HomePolitica Qatargate, condanna compatta da parte dell’Ue

Metsola: "Nessuna impunità
sul Qatargate dall'Europa"
Meloni: fatti devastanti

Giorgi rivela ingerenze del Marocco

Riforme Ue sulla trasparenza dal 2023

di Maria Sole Betti15 Dicembre 2022
15 Dicembre 2022

BRUXELLES – L’Europa condanna duramente il Qatargate. “Nessuna impunità” o “polvere sotto al tappeto”, ma anzi “piena luce senza sconti”, con un ampio pacchetto di riforme sulla trasparenza nel 2023. È la linea di Bruxelles ribadita oggi dalla presidente dell’Europarlamento, Roberta Metsola, al suo arrivo al Consiglio europeo. “Ci vogliono anni per costruire la fiducia, ma un momento per farla crollare”, ha ribadito Metsola. Per questo il Parlamento europeo si impegnerà in riforme che “includeranno il rafforzamento dei sistemi parlamentari di protezione degli informatori, un divieto a tutti i gruppi di amicizie non ufficiali, la revisione del controllo delle regole del nostro codice di condotta”, ha dichiarato la presidente, sottolineando come il parlamento Ue non sia in vendita ad attori stranieri.

Il commento della premier Meloni

Uno scenario ricorrente rispetto alle ricostruzioni dell’Euro scandalo esploso la scorsa settimana e “dai contorni abbastanza devastanti”, a detta della Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Che tuttavia merita “una reazione ferma che vada fino in fondo, senza fare sconti”, come ricordato dalla premier arrivando all’ultima riunione dell’anno a palazzo Europa.

Il punto dei pm belgi: nuovi indagati

Nel frattempo, si allunga la lista di europarlamentari coinvolti nella vicenda delle tangenti pagate da Qatar e Marocco per influenzare la politica comunitaria. Secondo le ultime ipotesi dei magistrati belgi, sarebbero una sessantina i deputati europei messi a libro paga. L’indagine della procura federale di Bruxelles sulla presunta corruzione per moderare la posizione del Parlamento europeo sulle violazioni di diritti umani nell’emirato del Golfo si allargherebbe così a nuove figure, andando oltre Eva Kaili, Antonio Panzeri, Nicolò Figà-Talamanca e Francesco Giorgi. Lo stesso che ieri avrebbe indicato ai pm  belgi il presunto coinvolgimento anche di Andrea Cozzolino e Marc Tarabella, entrambi appartenenti al gruppo S&D.

La confessione di Giorgi

Il compagno dell’ex vicepresidente europea ha inoltre confessato di aver fatto parte di un’organizzazione usata da Marocco e Qatar per interferire e condizionare affari europei, gestendo la cassa dell’Ong “Fight Impunity”. Secondo gli atti della procura fiamminga, visionati da Le Soir e Repubblica, Panzeri, Cozzolino e Giorgi sarebbero stati in contatto con con la Dged, i servizi segreti del Marocco, e con Abderrahim Atmoun, l’ambasciatore del Marocco in Polonia. Una partita duplice, dunque, sia in Qatar che in Marocco, che non avrebbe fatto altro che far “passare sotto il naso” dei corrotti a sinistra “milioni di euro dai paesi islamici”. Così Matteo Salvini sugli sviluppi del Qatargate, in un riflessione affidata alle chat degli eletti del partito. 

Nella foto, la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola

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