KABUL – È salito a 800 il bilancio delle persone rimaste uccise dal terremoto magnitudo 6 che ieri sera (30 agosto) ha colpito l’Afghanistan orientale. La scossa è stata avvertita con più violenza nella provincia di Kunar e nella città di Jalalabad, zona in cui il numero dei feriti ammonta momentaneamente a 2500. I funzionari del governo talebano hanno già richiesto l’aiuto da parte delle organizzazioni umanitarie.
La mobilitazione di Onu e Ue: soccorsi immediati
La commissaria europea per la gestione delle emergenze, Hadja Lahbib, tramite un tweet rassicura la popolazione, garantendo l’imminente soccorso da parte dell’Unione Europea: “La squadra per la protezione civile e le operazioni di aiuto umanitario europee (Echo) è sul campo e i nostri partner sono pronti a fornire assistenza immediata”. È dello stesso tenore il messaggio condiviso dal segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres: “Il team delle Nazioni Unite in Afghanistan è mobilitato e non risparmierà sforzi per assistere le persone in difficoltà nelle zone colpite dal terremoto”. Infine, la comunità dei donatori viene sollecitata “a non esitare a sostenere gli sforzi di soccorso” dall’Alto commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr), Filippo Grandi.
Terremoti violenti già negli scorsi anni
Non è la prima volta che l’Afghanistan affronta catastrofe simili: già nell’ottobre del 2023 una scossa di magnitudo 6,3 ha ucciso più di 1500 persone. Ma anche nell’estate dell’anno precedente sono morti in mille nella provincia di confine orientale di Paktikaun per un terremoto di magnitudo 5,9.