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Trump sulla pace: “Gaza è solo una parte”. L’ultimatum a Hamas: “Restituite i corpi o reagiremo”

di Sofia Landi14 Ottobre 2025
14 Ottobre 2025
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Donald Trump mostra la firma del cessate il fuoco a Gaza | Foto Ansa

TEL AVIV – Per il presidente americano Donald Trump, la firma del cessate il fuoco a Gaza non basta, perché la Striscia “è solo una parte”. Ora l’inquilino della Casa Bianca aspira alla pace in tutto il Medio Oriente, e affida a un post su Truth questo pensiero. Intanto, Tel Aviv ha fissato questa giornata come termine ultimo per la restituzione dei corpi degli ostaggi morti da parte di Hamas, mentre tre palestinesi – che si sarebbero trovati in zona vietata – sono stati uccisi a Gaza dall’Idf. 

Ultimatum di Tel Aviv a Hamas: “Ridateci i corpi”

Dopo aver accusato Hamas di non aver rilasciato tutti i corpi degli ostaggi morti e non aver quindi rispettato gli impegni stabiliti nell’ambito del cessate il fuoco, Israele ha fissato oggi, 14 ottobre, come termine ultimo per la loro restituzione. A riportarlo è il Times of Israel.  Per i mediatori, il gruppo terroristico sta riscontrando difficoltà nel localizzare tutti i corpi. Tuttavia, secondo l’emittente pubblica israeliana Tv Khan, Hamas avrebbe già in mano alcuni dei corpi.

Idf: “Identificate le quattro salme degli ostaggi resi lunedì”

L’annuncio dell’identificazione dei quattro corpi degli ostaggi, restituiti da Hamas il 12 ottobre, arriva attraverso un comunicato militare delle forze israeliane.  “Al termine del processo di identificazione da parte dell’Istituto nazionale di medicina legale – si legge –  i rappresentanti dell’esercito hanno informato le famiglie di Guy Illouz, Bipin Joshi e di altri due ostaggi deceduti, i cui nomi non sono ancora stati autorizzati alla pubblicazione dalle loro famiglie, che i loro cari sono stati riportati per essere sepolti”. Si tratta dello studente nepalese Bipin Joshi e di tre israeliani. Uno di questi si chiamava Guy Illouz, mentre il nome dei restanti due non è ancora stato reso noto. 

Media: “Tre palestinesi uccisi a Gaza. Erano in zona vietata”

Mentre dal campo arrivano nuovi aggiornamenti. Tre persone si sono avvicinate alle truppe dell’Idf in zona vietata, così i soldati hanno sparato colpi di avvertimento. Ma, visto che i tre palestinesi hanno continuato ad avvicinarsi, un aereo li ha colpiti. Sarebbe stata questa – secondo una fonte militare citata da Times of Israel – la dinamica dell’uccisione avvenuta nel quartiere orientale di Shejiaya, a Gaza City. Le forze israeliane avevano messo in guardia dall’avvicinarsi alle zone di Gaza sotto il controllo militare israeliano nel cessate il fuoco. L’agenzia Wafa, invece, ha denunciato l’uccisione di un altro palestinese, avvenuta ieri a Khan Yunis.

Onu e Croce Rossa: “Aprire tutti valichi a Gaza per aiuti”

Sul tavolo della diplomazia, Nazioni Unite e Croce Rossa hanno chiesto l’apertura di tutti i valichi di frontiera per Gaza, in modo da  consentire l’ingresso degli aiuti necessari nel territorio palestinese devastato dalla guerra. “È ciò che gli operatori umanitari, incluso il Cicr – ha dichiarato a Ginevra il portavoce della Croce Rossa Christian Cardon –  hanno chiesto nelle ultime ore: garantire che, a causa dell’enorme necessità, tutti i punti di ingresso possano essere aperti”. Mentre il portavoce dell’agenzia umanitaria delle Nazioni Unite, Jens Laerke, ha aggiunto: “Abbiamo bisogno che siano tutti aperti”.

Hamas inizia dispiegamento miliziani e polizia a Gaza

Nella Striscia la situazione resta precaria. È iniziato lo schieramento di combattenti armati e polizia di Hamas in diverse zone di Gaza, nel tentativo di riaffermare la propria autorità nella Striscia. Come riferito dal Guardian, nelle immagini del rilascio degli ostaggi, è possibile notare decine di combattenti dell’organizzazione in un ospedale nel Sud di Gaza. Non si arrestano, intanto, scontri ed esecuzioni in altre zone della Striscia. I canali Telegram associati ad Hamas hanno affermato che “collaboratori e traditori” sono stati presi di mira, riferendosi alle milizie sostenute da Israele nel territorio, mentre uomini armati di Hamas hanno ingaggiato violenti scontri con una potente famiglia locale a Gaza City nel fine settimana. 

Katz: “Qualsiasi ritardo sarà considerato una violazione della tregua”

Qualsiasi ritardo o elusione nella consegna dei corpi non sarà perdonata da Israele. Già ieri, lo aveva sottolineato su X il ministro della Difesa israeliano Katz, riferendosi alla consegna di solo quattro salme di ostaggi. “Questo atteggiamento – ha precisato il ministro, dopo averlo definito come un inadempimento dei propri obblighi –  sarà considerato una palese violazione dell’accordo e sarà perseguito di conseguenza”. 

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