'U siccu, MMD, l’assolutoi libri sulla vita dell'ultimo stragista

Un boss atipico quello raccontato da Abbate, Di Girolamo e Pecoraro

“U siccu”, MMD, “l’assoluto”. Sono solo alcuni dei soprannomi per Matteo Messina Denaro, il super boss della mafia arrestato ieri dopo 30 anni di latitanza e diventato dal 1993 uno degli uomini più ricercati al mondo. Un boss atipico, distante dagli stereotipi, con tante donne attorno e una passione per Rolex e abiti di lusso. Un latin lover, quello di Cosa Nostra, raccontato negli anni da tante voci diverse e in molti libri.

“U siccu. Matteo Messina Denaro: l’ultimo capo dei capi”

È il caso di “U siccu. Matteo Messina Denaro: l’ultimo capo dei capi”, il saggio scritto nel 2020 da Lirio Abbate per Rizzoli. Un ritratto complesso dell’ex latitante più pericoloso d’Italia, il “fimminaro” delle notti palermitane e al contempo killer spietato e mente dello stragismo negli anni Novanta. L’uomo delle bombe, dipinto da Abbate grazie ad una domanda: “Chi ha protetto il latitante più pericolo d’Europa?”.

“L’invisibile”

Altro identikit quello tratteggiato da Giacomo Di Girolamo in “L’invisibile”, pubblicato da Editori Riuniti (2017), dove il giornalista trapanese tira fuori dettagli inediti del capo mafia, tra cui la passione per l’arte e l’archeologia, oltre che per automobili e abbigliamento di lusso. L’amore per Diabolik e per i videogiochi, tra gli altri, sono solo i profili più curiosi del boss di Castelvetrano, che cita la Bibbia e Daniel Pennac ma che rimane un assassino spietato. E che, come tutti i suoi predecessori, non si sarebbe mai allontanato troppo da casa sua, come comprovato dall’arresto dei Ros a 9 km dalla sua abitazione.

“Il Male non è qui”

Gaetano Pecoraro scrive del boss nel libro “Il Male non è qui”. Una rilettura romanzata dell’ ormai ex superlatitante di Cosa Nostra, vista con gli occhi di Mimmo Bosso, un giovanissimo magistrato con l’ossessione per la ricerca di quell’uomo che ha tenuto in scacco un paese intero. E che malgrado ritardi ed esitazioni, non si fermerà davanti a nulla pur di indagare sulla verità.

Nella foto in alto, le copertine di “U siccu. Matteo Messina Denaro: l’ultimo capo dei capi”, “L’invisibile” e “Il Male non è qui”

Maria Sole Betti

Classe '96, cresciuta tra l'Adriatico e l'ombra della Madonnina. Da sempre attratta dalle storie degli altri, mi sono laureata in Scienze Politiche all'Università Statale di Milano. Dopo un Erasmus a Barcellona e una magistrale in Istituzioni e tutela dei diritti, l'approdo a Roma per fare del sogno del giornalismo una professione. Curiosità e chiacchere guidano la mia vita, ma, del resto, ho la luna in Ariete.