WASHINGTON – “Basta giochi, situazioni del genere sfociano in una Terza guerra mondiale”. Con queste parole, il presidente americano Donald Trump ha risposto alle domande dei giornalisti alla Casa Bianca, ammettendo le difficoltà nei negoziati per porre fine alla guerra tra Russia e Ucraina. Nella sua conversazione con i cronisti, il tycoon ha chiarito come “gli Stati Uniti sarebbero disposti a contribuire all’assistenza all’Ucraina come parte di un piano di sicurezza”.
Il nodo della cessione del Donbass alla Russia
Il nodo da sciogliere resta la questione territoriale. Come ha spiegato il leader ucraino Volodymyr Zelensky, gli Stati Uniti hanno chiesto il ritiro dell’esercito di Kiev dal Donbass. Ma ogni compromesso sul territorio dovrà essere deciso alle urne: “Credo che il popolo dell’Ucraina risponderà a questa domanda attraverso le elezioni o un referendum”. Un’affermazione contestata dal Cremlino. Tutto il Donbass “appartiene alla Russia, secondo la Costituzione”, ha detto il consigliere presidenziale russo Yuri Ushakov. In Ucraina ci potrà essere un cessate il fuoco “solo dopo il ritiro delle truppe ucraine” dalla regione. Se ciò non avverrà attraverso i negoziati “questo territorio passerà con la forza sotto il pieno controllo della Federazione Russa”.
Le dichiarazioni di Putin
Preoccupano anche le dichiarazioni del presidente russo Vladimir Putin, che durante una riunione in videoconferenza con i comandi militari sulle operazioni in Ucraina ha affermato come la conquista delle regioni orientali di Donetsk, Lugansk, Zaporizhzhia e Kherson “si sta svolgendo in modo progressivo e sostenuto”. L’iniziativa strategica “è completamente nelle mani delle forze armate russe”. A non convincere Mosca è anche la versione dell’accordo di pace inviata a Washington da Kiev. “Non credo che saremo completamente soddisfatti”, ha evidenziato Ushakov. “Non abbiamo visto alcuna versione modificata dei piani americani. Quando la vedremo, potremo non gradire molte cose”, ha ribadito.
Kiev smentisce le indiscrezioni del quotidiano francese Le Monde
In questo scenario complicato si inseriscono le indiscrezioni pubblicate su Le Monde, che ha riportato le dichiarazioni del consigliere presidenziale ucraino Mykhailo Podolyak. Secondo il quotidiano francese, Kiev sarebbe pronta ad accettare la creazione di una zona demilitarizzata proprio nel Donbass. La regione diventerebbe una zona economica libera e sarebbe posta sotto la supervisione di forze internazionali – Stati Uniti in testa – per prevenire ulteriori aggressioni russe. Ma dall’Ucraina è arrivata la smentita. L’ufficio del presidente Zelensky, infatti, ha definito “errate” le interpretazioni di Le Monde. “Se Kiev sia d’accordo o meno può essere deciso solo al più alto livello politico o dal popolo ucraino”, ha chiarito il consigliere presidenziale Dmitry Lytvyn. Che poi ha precisato: “Podolyak non ha parlato del consenso di Kiev, ma del fatto che si potrebbero discutere vari modelli di sicurezza”.


