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L’Osservatore: “Fermare la carneficina”

Wp: patto Usa-Paesi arabi
per creare Stato palestinese
ma Israele si oppone

Scontro tra Tel Aviv e la Santa Sede

Hezbollah: "Risponderemo ai raid"

di Antonino Casadonte15 Febbraio 2024
15 Febbraio 2024
biden netanyahu

WASHINGTON – Gli Stati Uniti e molti Paesi arabi starebbero lavorando a un piano per una pace comprensiva tra israeliani e palestinesi, che include anche la nascita dello Stato di Palestina. È il Washington Post a diffondere la notizia che potrebbe rappresentare una svolta nel conflitto nella Striscia di Gaza. Un accordo che potrebbe porre fine a quasi un secolo di scontri, sul campo e ideologici, culminati con l’attacco di Hamas del 7 ottobre scorso. Il punto chiave dell’intesa sarebbe il raggiungimento di un cessate il fuoco tra Israele e l’organizzazione terroristica di 6 settimane, durante le quali gli Stati Uniti, promotori del piano, annuncerebbero la formazione di un governo palestinese ad interim. Un’idea che appare utopistica, considerando anche le dichiarazioni del ministro della Sicurezza nazionale israeliano, Itamar Ben Gvir, e del ministro delle Finanze di Tel Aviv, Bezalel Smotrich, che hanno assicurato la loro opposizione a un eventuale piano congiunto Usa-Paesi arabi.

Le pressioni dell’Occidente verso Israele e il dibattito con la Santa Sede

Intanto, crescono le pressioni occidentali affinché si arrivi alla pace. Ieri il presidente francese, Emmanuel Macron, ha detto che “il bilancio dei morti a Gaza è intollerabile” e ha intimato al premier israeliano Benjamin Netanyahu di fermarsi. C’è poi il dibattito tra Israele e Santa Sede, che continua a tenere banco dopo le parole del cardinale Pietro Parolin, che aveva sottolineato che la risposta all’attacco di Hamas “non è proporzionata”. Immediata era stata la replica da parte dell’ambasciatore israeliano presso la Santa Sede, che aveva definito “deplorevoli” le parole del cardinale, salvo correggersi in mattinata e definire “sfortunata” la dichiarazione di Parolin.

A tenere il punto il 15 febbraio, l’apertura del quotidiano vaticano L’Osservatore Romano dedicata all’appello di Parolin per “fermare la carneficina”.

La prima pagina dell’Osservatore Romano del 15 febbraio

L’attacco di Tajani ad Hamas: “Peggio della Gestapo e delle SS”

Il ministro degli Esteri Antonio Tajani a Canale5 ha tentato di calmare le acque, giustificando le frasi pronunciate da Parolin. “C’è un momento di grande tensione provocato dalla guerra”, ha evidenziato il segretario di Forza Italia, passando poi all’attacco verso le milizie di Hamas. “Sono peggio della Gestapo e delle SS, è tutto dire”, ha tuonato il vicepremier.

Il meeting delle ong a Ginevra e la risposta di Hezbollah al raid in Libano

Mentre a Ginevra le organizzazioni umanitarie si incontrano oggi per discutere sulla situazione a Gaza, il conflitto prosegue nella Striscia. E continua a espandersi verso il Libano, dove il 14 febbraio diversi raid israeliani hanno ucciso 13 persone, tra cui donne e bambini. Un’escalation che non rimarrà impunita, secondo quanto affermato da Shaykh Nabil Qawuq, un alto rappresentante di Hezbollah, citato dai media locali. “All’escalation di Israele rispondiamo con l’escalation, se costringono i nostri civili ad abbandonare le case, costringiamo i loro civili a lasciare le loro case, se distruggono le nostre case, distruggiamo le loro case”, è la minaccia di Qawuq.

Esercito Tel Aviv: “Ostaggi israeliani prigionieri all’ospedale di Khan Yunis”

Infine, emergono novità relative a uno dei fronti più caldi del conflitto, la città di Khan Yunis. Secondo il portavoce dell’esercito israeliano Daniel Hagari, infatti, “ci sono informazioni credibili che nell’ospedale Nasser Hamas abbia tenuto ostaggi israeliani e che ci possano essere alcuni corpi all’interno della struttura”.

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