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HomeEsteri Palestina, showdown all’Onu sul riconoscimento. Macron: “Unica soluzione”. L’ira di Israele

Onu, via all'Assemblea
per il riconoscimento
dello Stato palestinese

Macron: "È l'unica soluzione politica"

Israele: "Annetteremo la Cisgiordania"

di Tommaso Di Caprio22 Settembre 2025
22 Settembre 2025
palestina

Il presidente della Repubblica francese Emmanuel Macron | Foto Ansa

NEW YORK – Dopo il sì di Regno Unito, Canada e Australia alla creazione di uno Stato palestinese, potrebbe allargarsi ancora la lista dei Paesi disposti a garantire un territorio autonomo da Israele al di là del Giordano. L’occasione è l’ottantesima Assemblea generale delle Nazioni Unite, che aprirà i lavori domani. Oggi, alla vigilia della plenaria, il Palazzo di Vetro ospiterà una conferenza che avrà all’ordine del giorno il tema del riconoscimento di uno Stato palestinese. 

L’obiettivo resta sempre lo stesso: trovare una soluzione negoziale che non scontenti Gerusalemme e Ramallah. Una linea ribadita ieri dal premier britannico, Keir Starmer, per il quale riconoscere un “focolare palestinese” è l’unica alternativa praticabile per riaccendere  “la speranza di pace tra palestinesi e israeliani”. 

L’ira di Israele: “Non ci sarà uno Stato palestinese”

Ma la linea di Londra e dei Paesi del Commonwealth non piace a Israele, che ha definito la decisione provocatoria. Per il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, la scelta di Starmer non rappresenta un passo concreto verso la pace a Gaza poiché “uno Stato palestinese metterebbe in pericolo l’esistenza dello Stato ebraico”. 

Alle parole di Starmer, Netanyahu ha replicato ieri con un videomessaggio, garantendo che “la risposta al tentativo di imporci uno Stato terrorista nel cuore della nostra terra sarà data dopo il mio ritorno dagli Stati Uniti”. 

Il messaggio da Gerusalemme ai leader europei è chiaro e in linea con quanto ripetuto in questi due anni di guerra: riconoscere la Palestina significa offrire “un’enorme ricompensa al terrorismo”. Una posizione sostenuta dal ministro per Sicurezza nazionale, Itamar Ben Gvir, che ha risposto alla “provocazione” di Starmer alzando ulteriormente la posta in gioco e proponendo “l’annessione totale della Cisgiordania”.  

Quanto accaduto nelle scorse ore dopo il passo storico compiuto dal Regno Unito non sembrerebbe aver intimorito Israele, che può contare ancora sul sostegno, non solo militare ma anche politico, degli Stati Uniti. Secondo quanto riportato da Afp, un portavoce del Dipartimento di Stato americano, ha ribadito che “l’obiettivo di Washington rimane una diplomazia seria, non gesti di scena”. Significa che per la Casa Bianca le priorità non sono cambiate: prima “il rilascio degli ostaggi, la sicurezza di Israele e la pace e la prosperità per l’intera regione”, raggiungibili “solo senza Hamas”, ha sottolineato. 

Macron pronto ad annunciare il riconoscimento della Palestina

Il muro di Gerusalemme e Washington non ha fatto cambiare idea alla Francia, che riconoscerà l’esistenza di uno Stato Palestinese proprio in queste ore, nel corso della conferenza al Palazzo delle Nazioni Unite. Per il presidente francese, Emmanuel Macron, il riconoscimento resta “l’unica soluzione politica” per affrontare “una situazione che deve finire”. Parigi era stata la prima capitale del G7 a comprendere la necessità dell’esistenza di uno Stato palestinese nel corso del vertice dei sette grandi, lo scorso luglio. E adesso, l’annuncio di Macron potrebbe segnare l’ingresso della Francia nel gruppo degli oltre 150 Paesi che hanno già riconosciuto la Palestina. 

Nell’attesa dello storico annuncio, in Francia diversi municipi si sono già portati avanti e hanno deciso di issare insieme al tricolore le bandiere palestinesi. 

I dubbi di Italia e Germania

Più caute restano, invece, Roma e Berlino, che ritengono il riconoscimento della Palestina un passo prematuro se non supportato da una forte iniziativa politica di Usa e Israele. Il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, che rappresenterà l’Italia alle Nazioni Unite al posto della premier Meloni, ha confermato “il sostegno dell’Italia al processo di riconoscimento del futuro Stato di Palestina, ma una volta nato con la riunificazione di Gaza e Cisgiordania”. Della stessa opinione anche Berlino, che non crede alla nascita di uno Stato palestinese senza il pieno sostegno di Gerusalemme.

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