WASHINGTON – Russia e Ucraina “si fermino”. Il desiderio di Donald Trump nel conflitto russo ucraino è chiaro. Nonostante le richieste avanzate a Volodymyr Zelensky, il presidente americano ha smentito le indiscrezioni del Washington Post secondo le quali il Tycoon e Putin avrebbero già parlato di Donbass durante la telefonata di giovedì scorso.
Durante il colloquio, Putin avrebbe offerto di cedere alcune piccole aree delle regioni di Kherson e Zaporizhzhia, in cambio delle parti di Donbass ancora sotto il controllo ucraino. Secondo il Financial Times, durante il loro ultimo incontro alla Casa Bianca, Trump avrebbe esortato il presidente ucraino ad accettare le condizioni della Russia per porre fine alla guerra, avvertendo che altrimenti l’Ucraina sarebbe stata distrutta.
Non concederemo “mai ai terroristi alcuna ricompensa per i loro crimini”, ha scritto Volodymyr Zelensky in risposta allo scenario delineato da alcuni osservatori negli ultimi giorni. Ma si è detto “pronto” a partecipare all’incontro di Budapest tra Donald Trump e Vladimir Putin. “Come si possono raggiungere degli accordi senza che noi ci parliamo?”, ha specificato il presidente ucraino in un’intervista a Nbc.
La situazione sul campo
Ma sul campo, le ostilità non accennano a fermarsi. Nella notte, la Russia ha attaccato l’Ucraina con tre missili balistici e 60 droni, uccidendo almeno due civili e ferendone cinque. Questa mattina, 20 ottobre, Zelensky ha proposto di prolungare la legge marziale per almeno altri tre mesi, a partire dal prossimo 5 novembre. Ecco perché il ministro degli Esteri ucraino, Andrii Sibiha, oggi parteciperà al Consiglio Affari Esteri dell’Ue per chiedere “un sistema integrato di difesa aerea” e del pieno utilizzo dei beni russi congelati.
Beni congelati
A proposito della partita sugli asset di Mosca bloccati, l’ambasciatore russo a Roma, Alexei Paramonov, ha messo in guardia l’Italia dal partecipare a questo piano, che ha definito “il furto del secolo”. “La complicità italiana”, ha specificato il diplomatico, “rischia di compromettere in modo sostanziale la possibilità di ripristinare la cooperazione economica e commerciale con la Russia”.
Stop al gas russo
Intanto, i ministri dell’energia dell’Unione europea hanno dato il via libera allo stop al gas russo in tre fasi. Dal primo gennaio 2026 sarà vietato firmare nuovi contratti, gli accordi a breve termine in corso dovranno terminare entro luglio del prossimo anno, mentre quelli di lungo periodo entro il 31 dicembre 2027. La proposta è passata con un’importante maggioranza. Contrarie soltanto Ungheria e Slovacchia.