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HomeCronaca Codice Rosso, parla la penalista: “Il braccialetto elettronico è utile ma i guasti lo vanificano”

Codice Rosso, la penalista:
“Il braccialetto è utile
ma troppi guasti lo vanificano

Rossella Benedetti di Differenza Donna

“Le vittime vivono nell’incertezza”

di Enza Savarese04 Novembre 2025
04 Novembre 2025
Differenza Donna braccialetti

L'avvocata Rossella Benedetti fa parte del team di legali dell’associazione Differenza Donna ong

Rossella Benedetti è una penalista che insieme ad altri venti avvocati compone il team di legali dell’associazione Differenza Donna ong. Una realtà che dal 1989 assiste le donne vittime di violenza sia dal punto di vista psicologico che da quello legale. A Lumsanews l’avvocata ha spiegato quanto quest’ultimo aspetto sia essenziale per assistere una vittima di violenza. 

Codice Rosso, quanto può passare dalla denuncia all’effettiva attuazione di misure a tutela della vittima? 

“Dopo  la presentazione della denuncia della vittima, l’autorità giudiziaria ha l’onere di intervenire tempestivamente e provvedere alla valutazione del rischio di recidiva e di valutare la pericolosità dell’autore della violenza. La legge 168 del 2023 ha introdotto una serie di norme con la finalità di accelerare i tempi di questo intervento. Al di fuori dei casi di flagranza, il pubblico ministero può disporre una misura precautelare, ossia l’allontanamento urgente dalla casa familiare con il divieto di avvicinarsi. Quando invece è la donna stessa a fare la denuncia ed emergono circostanze che fanno comprendere che l’autore del reato possa commettere ulteriori violenze, il pubblico ministero deve richiedere una misura cautelare. Questo processo deve svolgersi entro 30 giorni dall’iscrizione della notizia di reato. Con la nostra esperienza possiamo affermare che riusciamo a ottenere una tutela per la donna entro un mese , spesso anche prima”.

Il braccialetto elettronico è uno strumento utile alla prevenzione di femminicidi? Quali sono le principali falle del dispositivo?

“È sicuramente uno strumento utile a tutela delle donne, ma l’esperienza ci dimostra che ci sono dei problemi concreti che lo depotenziano fino a renderlo inefficace. Innanzitutto l’applicazione dei dispositivi non è immediata all’esecuzione della misura. Infatti nonostante sia prevista l’applicazione dei dispositivi – uno per l’indagato e uno per la persona offesa – spesso succede che i dispositivi vengano consegnati dopo giorni dall’esecuzione della misura, in molti casi addirittura dopo mesi. Questo lascia la donna in un limbo in cui è consapevole che anche l’ex partner, sentendosi più libero di avvicinarsi a lei, potrebbe commettere ulteriori reati in assenza di controlli effettivi. Inoltre molto spesso si registra il mancato funzionamento di questi dispositivi che creano allarme senza motivo al contrario non suonano quando dovrebbero ”.

Le donne che avete assistito e che hanno ottenuto l’utilizzo del braccialetto elettronico per il proprio abuser ora si sentono più al sicuro?

“Quando il braccialetto funziona bene è senza dubbio uno strumento molto utile per le donne, che si sentono protette e libere di vivere la loro quotidianità senza paura di essere aggredite. Ma non è sempre così. Spesso il dispositivo non funziona e questo viene utilizzato dalle difese degli indagati per richiedere la revoca della misura cautelare. Solo in pochi casi il gip, informato delle difficoltà e del malfunzionamento del dispositivo, ha  aggravato o modificato la misura cautelare”.

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