Il Cam, Centro d’ascolto per uomini maltrattanti, crede nella rieducazione di autori di violenza. A Lumsanews Flavia Lazzaro, responsabile comunicazione dell’associazione ha raccontato quanto i percorsi psicoeducativi possono davvero fare la differenza.
In linea di massima gli utenti della vostra associazione sono in prevalenza volontari o inviati da organi giudiziari?
“Dal 2009, anno della fondazione del Cam, fino circa al 2020 gli accessi sono stati prevalentemente volontari. Con l’entrata in vigore del Codice Rosso è cambiata la normativa. Oggi il giudice può infatti subordinare la sospensione della pena inferiore a 3 anni alla partecipazione a percorsi specifici di recupero presso centri come il nostro, specializzati nel trattamento della violenza di genere o domestica. Ciò ha comportato un sostanziale aumento degli utenti inviati, che oggi costituiscono la netta maggioranza”.
Quanto influisce nel processo riabilitativo la volontà o meno degli utenti di partecipare ai vostri programmi?
“L’accesso ai programmi è vincolato a un percorso di valutazione di tra i quattro e i sei colloqui individuali con un operatore del Centro, con lo scopo di valutare il rischio e verificare se esistano le condizioni per l’inserimento dell’uomo in un gruppo psicoeducativo. Tra le condizioni necessarie, oltre al riconoscimento della propria responsabilità rispetto alla violenza agita, c’è anche l’essere motivati al cambiamento e alla partecipazione al programma. Per questo anche quando non propriamente “volontari”, gli uomini sono ammessi ai percorsi solo se accettano di mettersi in discussione e intraprendere un lavoro su se stessi. Un utente che si rivolge spontaneamente al Cam, solitamente manifesta una consapevolezza e una motivazione differenti rispetto a chi vi accede su disposizione giudiziaria. Ma nel lavoro di gruppo tali differenze, insieme agli elementi comuni, costituiscono una risorsa per il percorso degli uomini, che sono un’utenza fortemente eterogenea”.
Con utenti che hanno frequentato la vostra struttura e terminato adeguatamente il programma, avete avuto riscontri con loro dall’esterno dopo un certo lasso di tempo?
“Al termine del percorso, offriamo agli uomini la possibilità di partecipare a incontri di follow-up mensili individuali o di gruppo. Questo monitoraggio consente di rivalutare la situazione nel tempo e prevenire possibili rischi di recidiva”.


