LONDRA – Londra entra a gamba tesa sulla rivendita dei biglietti per concerti o eventi sportivi a prezzi gonfiati, pratica ormai nota come “secondary ticketing”. A scatenare la stretta del governo laburista britannico è stata l’attesissima reunion degli Oasis, un tour per cui alcuni siti online hanno offerto tagliandi a costi esorbitanti, a fronte della grandissima richiesta.
La proposta di legge – a lungo invocata dai fan costretti a sborsare cifre da capogiro per assistere ai live degli artisti più famosi, o ad incontri sportivi di alto livello – prevede il divieto della rimessa in vendita di biglietti a un prezzo superiore a quello originale. Basti pensare che per i concerti a Wembley di Noel e Liam Gallagher, alcuni appassionati sono arrivati a pagare oltre 4 mila sterline per il grande ritorno dei fratelli, di nuovo insieme nonostante i dissidi che li avevano divisi.
Oltre a un livellamento generale dei prezzi di rivendita, il provvedimento pensato dal governo inglese include anche l’introduzione di un tetto per le commissioni applicate dalle piattaforme di rivendita per evitare rincari troppo onerosi. A tal proposito, la ministra della Cultura e dei Media Lisa Nandy, si era da tempo impegnata per fermare “i bagarini online” e il dilagare di pratiche volte a gonfiare i prezzi all’interno del “secondary ticketing”. Un intervento auspicato da diversi artisti internazionali, come i Coldplay e Dua Lipa, in una lettera inviata la settimana scorsa all’esecutivo guidato dal premier Keir Starmer.
Come sottolineato dai media del Regno Unito, le misure previste dal governo rappresentano un duro colpo per le piattaforme di biglietteria secondaria più frequentato, tra cui Viagogo e StubHub, che saranno tenute ad adattare i loro servizi per il pubblico britannico, una volta che la legge entrerà in vigore. In risposta alla misura, un portavoce di StubHub ha sottolineato al Guardian che la proposta “potrebbe spingere più contrattazioni sul mercato nero”. Una possibilità paventata anche da Viagogo, secondo cui “l’evidenza indica che fissare un tetto massimo sul costo dei biglietti non funziona”.


