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HomeEconomia Edilizia, arriva la sanatoria per gli abusi storici. Procedure rapide con silenzio-assenso

"Procedure rapide e sanatorie"
La legge delega sull'edilizia
approda in Cdm

Condono per gli abusi commessi pre-1967

Mit: "Serve riqualificare gli immobili"

di Alessio Garzina04 Dicembre 2025
04 Dicembre 2025
manovra

Un operaio edile | Foto Pixabay

ROMA – La revisione del Testo unico dell’edilizia (Tue) entra ufficialmente nell’agenda del governo. Il testo del disegno di legge è approdato sul tavolo in Consiglio dei ministri giovedì 4 dicembre, con l’obiettivo di ridisegnare regole e procedure del settore per uniformare un quadro oggi frammentato tra normative regionali differenti. L’esecutivo avrà 12 mesi per tradurre la delega in decreti legislativi. L’intervento viene considerato “non più differibile” per offrire “certezza normativa, modernità e sicurezza ai cittadini”.

Gli obiettivi della riforma

La riforma mira a velocizzare l’iter dei titoli edilizi, puntando sulla digitalizzazione e sul rafforzamento del meccanismo del silenzio-assenso. Nella relazione illustrativa si sottolinea la necessità di superare “l’immobilismo burocratico” introducendo termini perentori e possibili poteri sostitutivi in caso di ritardi. L’obiettivo è garantire decisioni in tempi definiti e ridurre il contenzioso. Tra i principi guida trova spazio anche la tutela di beni culturali e paesaggio, insieme al rispetto delle norme igienico-sanitarie.

Il nodo degli abusi edilizi “storici”

Uno dei punti più attesi riguarda la gestione degli abusi edilizi antecedenti al 1967, i cosiddetti abusi “storici”. Il governo punta a introdurre procedure più snelle per la regolarizzazione, senza modificare i requisiti sostanziali ma rendendo più efficiente il percorso amministrativo. Le sanzioni, sottolinea il testo, saranno graduate in base alla gravità delle difformità o al valore delle opere, con l’intento di rendere il sistema più equo e coerente.

“Sostenere lo sviluppo economico e riqualificare il patrimonio immobiliare”

La riforma si inserisce nel solco del decreto Salva Casa del 2024 e prova a dare una cornice unitaria a regole spesso discordanti sul territorio. L’obiettivo finale, spiegano dal Mit, è “sostenere lo sviluppo economico e favorire la riqualificazione del patrimonio immobiliare”. Un passaggio che il governo considera decisivo per modernizzare un settore da anni in attesa di un riordino organico.

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