Migliori atenei del mondo al top Inghilterra e Usal'Italia riserva sorprese

Spiccano il Politecnico di Milano e il Conservatorio di Santa Cecilia

Più di 185 milioni di citazioni analizzate, insieme a 43 milioni di papers e centinaia di migliaia di questionari somministrati ai dipendenti e agli accademici, per scoprire poi che i migliori atenei al mondo si confermano sempre gli stessi. Annualmente la britannica Quacquarelli Symonds stila il Qs World University Rankings, una classifica delle migliori università per singole materie insegnate, su un campione di 60 Paesi. I risultati della settima edizione saranno disponibili da mercoledì sul sito www.TopUniversities.com. Sono 46 le singole discipline di insegnamento messe sotto analisi, rispetto alle 42 dell’indice precedente. Inghilterra e Stati Uniti sono i Paesi che più frequentemente si inseriscono tra le prime dieci classificate per ogni disciplina analizzata. Cambridge lo fa addirittura 36 volte su 46; Berkeley 34, Oxford 33 e Stanford 32. Il capo del dipartimento che si occupa della raccolta di dati di QS, Ben Sowter, ha affermato però che nonostante il dominio angolofono, il ranking dimostra che «l’eccellenza può essere trovata in un numero crescente di Paesi». E il Politecnico Federale di Zurigo gli dà ragione: il più prestigioso ateneo svizzero nel suo settore fa infatti capolino per ben dieci volte nelle varie top ten. Una valutazione basata sulla reputazione di cui l’università gode in ambito accademico e tra le aziende, unita ad alcuni indici di prolificità e impatto delle pubblicazioni.

E l’Italia? Anche i poli italiani che risultano essere d’eccellenza secondo lo studio non suscitano stupore. Roma, Milano, Bologna fanno da traino al prestigio universitario italiano nel mondo. Il Politecnico di Milano è il settimo al mondo nella categoria Arte & Design: miglior piazzamento italiano in assoluto. Lo stesso però rimane in top 100 “solo” in dieci occasioni. L’Università Commerciale Luigi Bocconi invece registra il miglior piazzamento italiano per quel che riguarda le macro-aree di studio, stabilite nel numero di 5: Arte e Materie Umanistiche, Ingegneria e Tecnologia, Biologia e Medicina, Scienze Naturali, e Scienze Sociali e del Management. In quest’ottica, l’ateneo milanese è 17esimo nell’ultimo ambito elencato. La Sapienza di Roma, facoltà più grande del mondo per numero di iscritti, vanta un quattordicesimo posto mondiale in Archeologia. La stessa complessivamente si piazza fra i migliori cento atenei per 13 discipline. L’Università di Bologna risulta invece la più presente nelle top 100: 21 discipline, tra le quali spicca il 32esimo posto mondiale di Archeologia

L’outsider. Abbastanza sorprendente è stato il salto del Conservatorio di Roma Santa Cecilia, che per l’insegnamento di “Arti dello spettacolo” ha registrato un incredibile miglioramento. La scuola di musica più importante della capitale è infatti la 28esima al mondo. L’indice dell’anno scorso invece la piazzava tra la posizione 50 e 100 della stessa categoria. Un progresso importante, cui però continuano a non avere accesso tante altre università italiane, soprattutto le più piccole. Quelle che si allontanano dal polo universitario Roma-Bologna-Milano.

Carmelo Leo

Nato a Messina nel 1993, ha conseguito la laurea triennale in Scienze delle Relazioni Internazionali e Politiche nel 2016 con una tesi dal titolo “Il declino del sogno americano: gli Stati Uniti nel tornante storico del Sessantotto”. Dopo qualche breve esperienza giornalistica online si è iscritto al Master in Giornalismo della LUMSA. Appassionato di storie, che siano esse libri, film, racconti, videogiochi o canzoni.