Delegati mentre scattano foto con i telefoni cellulari durante l'Assemblea elettiva della FIGC, Hotel Hilton, Fiumicino (Roma), 29 gennaio 2018. ANSA/RICCARDO ANTIMIANI

Figc senza presidenteIl calcio non decideFabbricini commissario

Sancito un commissariamento semestrale al suo fianco Costacurta e Clarizia

Il 1° febbraio alle 15, è stata convocata una riunione al Coni, dove si dovrebbe sancire l’arrivo del commissario per la Federcalcio. Secondo il quotidiano La Repubblica, il nome sarebbe quello dell’attuale Presidente del Comitato Olimpico Giovanni Malagò, affiancato da Demetrio Albertini o da Alessandro Costacurta come uno dei suoi vice. Dalla riunione esce il nome di Roberto Fabbricini come commissario semestrale della FIGC. I subcommissari sono Billy Costacurta e Angelo Clarizia.

La fase di (almeno apparente) rinnovo del calcio italiano non sarà un processo dai tempi ridotti: con il fallimento elettorale di ieri, la Federazione Italiana Giuoco Calcio rischia di rimanere in balia di se stessa e delle sue poltrone per ancora molto tempo.

La vera pietra dello scandalo FIGC è stata la mancata qualificazione della Nazionale ai prossimi mondiali di Russia 2018, evento accaduto solo in altre due occasioni, e che non si presentava dal 1958. Una insormontabile onta per una popolazione che vive di calcio e che già aveva superato a fatica le continue e pittoresche uscite dell’attuale ex-Presidente Carlo Tavecchio: le sue teorie su Opti Pobà ed i calciatori di colore, le donne “handicappate” ed i gay da “tenergli lontano” sono solo alcune delle bombe che sono esplose definitivamente nella notte di San Siro, quando la Svezia ha confermato la nostra eliminazione. Era il 13 novembre 2017.

Da quel momento sono entrati tutti in discussione, salvo il Presidente del Comitato Olimpico Giovanni Malagò: e allora via il CT Giampiero Ventura, via il presidente “Re Carlo” Tavecchio e via ad un nuovo ciclo di rinnovamento della FIGC.

Tre le candidature definitive per il post-Tavecchio: Gabriele Gravina Presidente della Lega Pro, Cosimo Sibilia, Presidente della Lega Nazionale Dilettanti (scranno già occupato precedentemente da “Re Carlo”) ed il presidente dell’AssoCalciatori Damiano Tommasi: già dal primo scrutinio si era capito come l’ex centrocampista fosse il vero outsider nella corsa fra Sibilia, che conquistava il 37,06% delle preferenze, e Gravina, secondo a due punti di distacco. E proprio i presidenti di Lega Pro e LND sono andati al ballottaggio.

E mentre la sera scendeva sulla sede FIGC e sull’Hotel Hilton di Fiumicino, dove era in corso la votazione, sempre più concreto andava palesandosi lo spettro del commissariamento, scenario per salvare la faccia della federcalcio, ma che avrebbe mostrato come una spolverata non sarebbe bastata a cambiare l’ossatura del nostro sistema calcio.

Così, prima delle 19:00 di ieri, dopo ben quattro votazioni si è arrivato al nulla di fatto, ed al conseguente commissariamento: il vincitore delle elezioni è la scheda bianca, con una percentuale di quasi il 60% dei voti. E mentre il Presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis affermava che la situazione era stata una “perdita di tempo” e l’omologo della Sampdoria Massimo Ferrero definiva il tutto “una buffonata”, l’ex presidente della FIGC Giancarlo Abete ammetteva: “Per chi ama lo sport questa situazione non fa ridere ma fa piangere”. Fanno eco a queste parole quelle del Ministro uscente per lo Sport Luca Lotti: “Quando si arriva a una mancata elezione è una sconfitta di tutti, non va bene. Sapevamo che la situazione era questa, ora vediamo quale sarà la decisione della Giunta del Coni che si riunirà giovedì”.

Lorenzo Capezzuoli Ranchi

Nato a Roma durante i mondiali di Italia ’90, è iscritto all'Ordine dei Giornalisti del Lazio, albo pubblicisti. Dopo una esperienza a New York, dove studia Broadcast Journalism alla New York Film Academy, torna nella Capitale per il Master in giornalismo della Lumsa. Estroverso, spigliato e gran chiacchierone, guarda al prossimo biennio col sorriso.