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HomeCronaca Alberto Trentini, l’appello della madre a un anno dall’arresto: “Continuate a parlare di lui”

La madre di Alberto Trentini
lancia un nuovo appello
"Continuate a parlare di lui"

Un anno dall'arresto in Venezuela

L'assenza di accuse pubbliche

di Sofia Landi14 Novembre 2025
14 Novembre 2025

Alberto Trentini, l'italiano arrestato in Venezuela | Foto Ansa

ROMA – “Non stancatevi mai di parlare di lui. Scrivete, insistete, perché chi deve decidere lo faccia senza più tentennamenti, come è successo per altri nostri connazionali”. A un anno dall’arresto di Alberto Trentini – il cooperante di 46 anni arrestato in Venezuela lo scorso 15 novembre con accuse poco chiare – la madre, Armanda Colusso, ha lanciato un nuovo appello, affinché la pressione mediatica sul caso non diminuisca. “Solo in questo modo”, ha spiegato la donna sulle pagine di Repubblica, ”si può convincere chi ha il potere ad agire e riportarlo finalmente a casa”. 

Il “silenzio” chiesto dalla Farnesina e la telefonata tra Meloni e la madre

Al fine di “non pregiudicare le trattative” il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, aveva chiesto silenzio sulla vicenda. Mentre, lo scorso luglio, il viceministro della Farnesina, Edmondo Cirielli, si era detto “sollevato per la telefonata di Alberto Trentini ai suoi familiari”. Un silenzio, tuttavia, angosciante, che aveva portato Colusso a chiedere di parlare telefonicamente con la premier Giorgia Meloni. “Abbiamo parlato, ha promesso il suo impegno, di aiutare e di farsi promotrice per la liberazione di Alberto – aveva raccontato la donna, descrivendo la presidente del Consiglio come “disponibile” – sono stata soddisfatta, perché questa sua promessa l’ha fatta all’Italia e al mondo”. 

La visita dell’ambasciatore italiano

Lo scorso 23 settembre, il 46enne ha incontrato l’ambasciatore italiano Giovanni de Vito. La prima visita in dieci mesi di detenzione. Il diplomatico – che ha fatto visita anche a un altro detenuto italiano, Mario Burlò – aveva riferito di aver trovato entrambi i detenuti in buone condizioni di salute. Secondo quanto raccontato dai due, infatti, vengono fatti mangiare regolarmente e ricevono un buon trattamento da parte delle guardie penitenziarie. L’ambasciatore era riuscito a consegnare ad entrambi lettere da parte dei familiari e beni di prima necessità.

Il cono d’ombra intorno all’arresto

Oggi detenuto nel carcere di El Rodeo, a Caracas, l’uomo si trovava in Venezuela per una missione umanitaria con l’ong Humanity & Inclusion, impegnata nell’assistenza alle persone con disabilità. Stava viaggiando nel sud-est del Paese, per portare aiuti alle comunità locali, quando è stato fermato a un posto di blocco, insieme a un autista della sua ong, e tratto in arresto. Le autorità venezuelane affermano che Trentini è “sotto processo”, ma non hanno mai reso pubblici i capi di imputazione. Per il momento, quindi, non esistono accuse ufficiali e ben definite su cosa Trentini avrebbe commesso. 

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