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HomeEsteri Ancora in alto mare le trattative per liberare gli ostaggi israeliani

La strada per liberare
gli ostaggi israeliani
è ancora in salita

Raisi: l'Iran vuole allontanare

i paesi islamici da Israele"

di Allegra Civai06 Febbraio 2024
06 Febbraio 2024
netanyahu

Netanyahu, premier di Israele - Ansa - EPA/ABIR SULTAN

È ancora tortuosa la strada per arrivare a  liberare gli ostaggi israeliani nella mani di Hamas. Israele, infatti, non accetterà alcun accordo sugli ostaggi che modifichi i termini di quello precedente. Il  premier israeliano Benjamin Netanyahu  tira dritto e sottolinea che il conflitto continuerà fino all’eliminazione del leader di Hamas. Una situazione che complica la missione in Medio Oriente del segretario di Stato Usa Antony Blinken, che si pone l’ obiettivo di raggiungere una nuova tregua.

Blinken ieri ha incontrato a Riad il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman nella prima tappa del suo quinto viaggio in Medio Oriente dall’inizio del conflitto tra Israele e Hamas. Dopo Riad oggi, martedì 6 febbraio, il segretario americano si recherà in Egitto, dove incontrerà il presidente egiziano Abdel Fattah Al Sisi. Un tour che prevede anche visite in Qatar, Israele e Cisgiordania. 

Un conflitto che vede l’Iran in prima persona. Ieri il presidente iraniano Ebrahim Raisi ha chiesto ai paesi islamici per quale motivo mantengano ancora relazioni con Israele nonostante i “crimini e l’infanticidio”, sottolineando come “il regime sionista, ha sempre cospirato contro i musulmani, non sarà mai loro amico”. Inoltre Raisi in un incontro con il ministro degli Esteri del Sudan Al-Sadiq Ali a Teheran ha affermato di voler “allontanare i paesi islamici da Israele” in quanto si tratta di “una delle politiche fondamentali dell’Iran, perché se questi Paesi avessero tagliato i loro legami prima, oggi non assisteremo agli attacchi di Israele contro il popolo oppresso di Gaza”. 

Anche le istituzioni europee sono a lavoro per una soluzione diplomatica. Il presidente del Consiglio europeo Charles Michel alla Plenaria del Pe ha condannato gli attacchi di Hamas e ha ribadito il suo appello alla liberazione dei prigionieri senza precondizioni. Inoltre ha sottolineato che il coinvolgimento di alcuni operatori dell’Onu negli attacchi del 7 ottobre “è grave e va appoggiata l’ipotesi di un’inchiesta indipendente”. Ma non dimentichiamo il lavoro che fa l’Unrwa”. Ribadendo l’indispensabile impegno  per una soluzione dei due Stati e  l’importanza nell’avviare una discussione con i partner della regione. 

La guerra

Proseguono anche oggi, da quasi due settimane, le proteste quotidiane contro la consegna di aiuti umanitari per Gaza dai valichi di confine nel sud di Israele. Centinaia di dimostranti hanno bloccato i cancelli nel valico commerciale di Karem Shalom. Non facendo passare i camion per la Striscia. Intanto il bilancio delle vittime tocca almeno 27.585 palestinesi uccisi e 66.978 feriti negli attacchi israeliani su Gaza dal 7 ottobre: lo ha riferito il ministero della Sanità di Hamas. Uccisi 127 palestinesi e 143 feriti nelle ultime 24 ore, ha aggiunto il ministero.

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