ROMA – Nuovo cortocircuito in manovra, stavolta sulla cannabis light. Prima il tentativo, attraverso un emendamento di Fratelli d’Italia, di renderne nuovamente legale la vendita, con una maxi tassazione al 40%. Poi la marcia indietro del partito della premier che, dopo una prima giustificazione formale della mossa, annuncia che la modifica sarà ritirata.
L’emendamento contestato
Compreso nei cosiddetti segnalati, a far scoppiare il caso è l’emendamento 28.0.1 a firma del senatore Matteo Gelmetti (FdI). La proposta avrebbe dovuto estendere la legge 242/2016 sulla canapa industriale alle “infiorescenze fresche o essiccate e derivati liquidi” per uso “da fumo o da inalazione”, purché il contenuto di Thc non superi lo 0,5%. I prodotti poi, sarebbero stati sottoposti a un’imposta di consumo pari al 40% del prezzo di vendita al pubblico, mentre le modalità e i requisiti per l’autorizzazione alla vendita e per l’approvvigionamento avrebbero dovuto essere stabiliti dall’Agenzia delle Dogane.
I malumori in Fratelli d’Italia
Al netto di quanto stabilito dal decreto sicurezza del giugno 2025 con lo stop alla coltivazione e alla vendita delle infiorescenze – cozza con la linea ufficiale di FdI. E infatti ha sollevato da subito malumori e disappunto all’interno del partito della premier, che ha provato a smorzare il clamore. L’obiettivo “è contrastare la diffusione e la vendita di prodotti a base di cannabis light, introducendo una super tassazione al 40%”, precisava ieri 4 dicembre l’ufficio stampa di FdI. La proposta “non nasconde alcuna volontà occulta di legalizzazione di questi prodotti, come sostenuto da alcuni, ma l’esatto contrario”, concludeva. Precisazioni che evidentemente non sono bastate, tanto che a stretto giro è arrivato il dietrofront definitivo: l’emendamento è stato ritirato.
L’attacco delle opposizioni
“Secondo la destra la cannabis light uccide. Quella tassata al 40% un po’ meno”, scrive su Facebook il senatore 5s Stefano Patuanelli. “Siamo alle comiche. Rilegalizzare la cannabis per ri-proibirla con una tassazione al 40%? Stupefacente” ha detto il segretario di Più Europa Riccardo Magi. Il deputato Pd Emiliano Fossi parla di “balletto indecente”. Anche Filippo Blengino, segretario dei Radicali Italiani resosi protagonista il 2 dicembre scorso di un’azione di protesta contro il divieto di commercializzazione di cannabis light, con tanto di banchetto in cui vendeva mezzo chilo di cannabis light, ha detto la sua su quanto accaduto: “Il centrodestra oggi scappa dalla realtà e ritira l’emendamento che avrebbe riportato un minimo di razionalità. A farne le spese continueranno a essere commercianti, lavoratori e cittadini trattati come criminali per una sostanza che non ha alcun effetto psicoattivo”.
La questione arriva alla consulta
Tutto avviene a margine della prima sollevazione di legittimità costituzionale dell’articolo 18 del decreto sicurezza, quello che disciplina il divieto di commercializzazione di cannabis light. Sempre il 2 dicembre, la gip Barbara Nestore del tribunale di Brindisi ha emesso un’ordinanza in cui passa la palla alla Corte Costituzionale, su un caso nato nel 2024. Le associazioni di settore Canapa Sativa Italia, Sardinia Cannabis, Imprenditori Canapa Italia, Resilienza Italia Onlus hanno espresso ieri in una nota congiunta “grande soddisfazione” per la decisione di Nestore di investire la Consulta sull’articolo 18 del decreto sicurezza.


