HomePolitica Diciotti, Salvini: “Difeso l’interesse comune”
Conte: “Ho condiviso le decisioni”

Diciotti, Conte con Salvini
"Ho condiviso le decisioni"
Scontro in Giunta su memorie

LeU: "Il premier, Di Maio e Toninelli

hanno scritto lettere irricevibili"

di Giacomo Andreoli07 Febbraio 2019
07 Febbraio 2019

Si è tenuta stamattina una prima riunione della Giunta per le Immunità del Senato per decidere sull’autorizzazione a procedere contro il vicepremier Matteo Salvini, indagato per “sequestro di persona” per la vicenda della nave Diciotti. Il ministro dell’Interno ha chiesto che gli sia riconosciuta l’immunità perché convinto di “aver difeso l’interesse del Paese”.

Il leader leghista ha infatti presentato le sue memorie difensive, a cui sono allegate altre due lettere: quella del premier Giuseppe Conte e quella dell’altro vicepremier Luigi Di Maio e del ministro dei Trasporti Danilo Toninelli. Tutte difendono l’operato di Salvini in quei difficili giorni d’agosto.

Salvini scrive che “l’impostazione del tribunale di Catania invade una sfera di esclusiva prerogativa dell’Autorità di governo”.

“Sento il dovere di precisare che le determinazioni assunte in quell’occasione dal ministro sono riconducibili a una linea politica sull’immigrazione che ho condiviso” spiega invece Conte in un passaggio della sua lettera. In un altro argomenta: “La vicenda è ascrivibile al perseguimento di obiettivi di contrasto del traffico di esseri umani e al richiamo degli altri Stati europei a un’onere di condivisione dei migranti”.

Ma intanto è scontro con Liberi e Uguali, che ha sollevato la questione dell’irricevibilità dei documenti allegati a quello di Salvini. La riunione della Giunta è stata sospesa e sarà riconvocata in giornata per valutare la richiesta del movimento guidato da Pietro Grasso. “C’è chi vuole impedire a Salvini di difendersi” ha detto all’Ansa al termine della riunione il capogruppo M5S in Giunta, Michele Giarrusso. Ancora non è chiaro se il Movimento 5 Stelle voterà a favore o contro l’immunità. Stamattina in un’intervista al Fatto Quotidiano il presidente 5Stelle dell’Antimafia, Nicola Morra, aveva chiesto ai colleghi di non giocarsi la loro credibilità con un voto favorevole.

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