In this Friday, Dec. 15, 2017 photo, people wave Catalonian flags as ousted Catalan president Carles Puigdemont appears on a screen via video link from Brussels, during the electoral campaign for the Catalan regional election in Barcelona, Spain. Catalonia's regional election is being fought by a motley crew of candidates, including the fugitive ex-president, the former vice president who's jailed in Spain and a newcomer who's emerged as the homegrown response to Catalan separatism. (ANSA/AP Photo/Emilio Morenatti) [CopyrightNotice: Copyright 2017 The Associated Press. All rights reserved.]

Elezioni in Catalognavince l'indipendentismoMa Ciudadanos primo partito

Positivo il dato sull'affluenza: 81,94% Puigdemont: "Disposto a vedere Rajoy"

Il popolo catalano, accorso in massa alle urne, ha deciso. Gli indipendentisti hanno vinto le elezioni e mantengono dunque la maggioranza assoluta al Parlament. Una risposta decisa al governo di Madrid che, dopo il referendum di ottobre e la dichiarazione d’indipendenza, aveva attivato l’articolo 155 della Costituzione. Da lì, la revoca dell’autonomia della regione, l’emissione dei mandati d’arresto per i leader catalani e l’annuncio di nuove consultazioni.

Da Bruxelles, dove si trova in esilio inseguito da un mandato d’arresto internazionale, l’ex presidente della Generalitat Carles Puigdemont ha commentato il risultato elettorale: “Vorrei che la Spagna non prendesse più decisioni al posto nostro”. E per quanto riguarda il premier spagnolo, Mariano Rajoy: “Sono disposto a incontrarlo – ha spiegato il leader catalano – ma non in Spagna”, per iniziare un nuovo percorso, ma “senza persecuzioni legali”.

Il futuro della Catalogna appare adesso nebuloso: nonostante la maggioranza dei seggi (70 su 135) sia andato agli indipendentisti di Junts per Catalunya, Esquerra Republicana e Cup, il primo partito si è rivelato l’unionista Ciudadanos. Il leader Alberto Rivera ha dichiarato che “non sarà facile fermare gli indipendentisti”. Per il partito infatti sarà complicato trovare i numeri per guidare un’alleanza. E ci si interroga sulle possibili azioni di Madrid nei confronti del nuovo esecutivo. Stamattina i portavoce di JuntsxCat e Erc-CatSì, Elsa Artadi e Sergi Sabria, si sono detti pronti a formare un nuovo governo, auspicando che Puigdemont “torni il prima possibile e venga eletto presidente”.

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I numeri. Sorprendente il dato finale sull’affluenza: alle urne oltre l’80% degli aventi diritto, il doppio rispetto al referendum di ottobre e il 7% in più rispetto al 2015. Male il Partito popolare di Rajoy, scivolato al 3%, il suo minimo storico. Voti di cui ha beneficiato Ciudadanos. Un flop anche per Podemos, penalizzato forse dalla sua posizione ambigua: favorevole al referendum, ma non alla secessione. Il fronte indipendentista, rispetto alle elezioni del 2015, ha perso due seggi. Ma i 70 ottenuti sono comunque sufficienti a garantire la maggioranza. 

Gli incriminati. Già da giorni, in Catalogna, cittadini e associazioni chiedono la liberazione dei prigionieri politici, accusati di ribellione e sedizione. In carcere c’è anche il vice di Puigdemont, Oriol Junqueras. Sono in tutto 17 (su 135) i nuovi deputati del Parlament attualmente incriminati dalla giustizia spagnola: di questi, tre sono in carcere e tre in esilio. Stamattina, per gli stessi reati, il Tribunale supremo ha dichiarato indagati altri dirigenti catalani, fra cui l’ex-presidente Artur Mas e le leader di Erc Marta Rovira, PdeCat Marta Pascal e Cup Anna Gabriel.

Le prossime mosse. Nonostante le parole dei leader separatisti circa la possibilità di formare un nuovo governo, è probabile che Madrid sia pronta a commissariare nuovamente la regione, qualora il governo stesso non rinneghi la volontà di staccarsi dalla Spagna. Sullo sfondo l’Unione europea, che ha già dimostrato la sua vicinanza all’esecutivo di Rajoy.

Carmelo Leo

Nato a Messina nel 1993, ha conseguito la laurea triennale in Scienze delle Relazioni Internazionali e Politiche nel 2016 con una tesi dal titolo “Il declino del sogno americano: gli Stati Uniti nel tornante storico del Sessantotto”. Dopo qualche breve esperienza giornalistica online si è iscritto al Master in Giornalismo della LUMSA. Appassionato di storie, che siano esse libri, film, racconti, videogiochi o canzoni.