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Esma, quarantotto condanne per i fautori della tragedia dei “desaparecidos”

di Rossella Melchionna30 Novembre 2017
30 Novembre 2017

Torture, uccisioni e sparizioni. Sono queste le accuse che hanno coinvolto quarantotto persone, condannate per aver preso parte all’Esma – la scuola per la formazione degli ufficiali della Marina argentina, in realtà centro di detenzione illegale di uomini scomodi al regime – durante la dittatura del periodo compreso tra il 1976 e l’83. Nel corso del totalitarismo, denominato “Processo di Riorganizzazione Nazionale”, ebbe luogo una delle più grandi tragedie della storia contemporanea: il fenomeno dei “desaparecidos”, ossia la sparizione forzata o l’arresto di individui per motivi politici e “antigovernativi”.

Alfredo Astiz, ex capitano della Marina, conosciuto anche come “l’angelo della morte”, è stato condannato all’ergastolo per crimini contro l’umanità. Stessa sorte è toccata ad altre ventinove persone – tra cui “La tigre”, il capitano Jorge Eduardo Acosta – oltre ad essere state inflitte diciannove pene che vanno dagli otto ai venticinque anni di carcere. Sei imputati, invece, sono stati assolti.

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