Accordo raggiunto per il nuovo governo di “Grosse Koalition” in Germania. Cdu, Csu e Spd sono riusciti a trovare l’intesa sul programma e sulla spartizione dei ministeri. Sarà anche redatta una breve lista sui punti di dissenso. Ora, affinché il nuovo esecutivo di Angela Merkel prenda il via, manca solo il voto dei membri della Spd di Martin Schulz.
Il programma
Merkel e Schulz si sono accordati per un aumento dei fondi alla Ue e per il rafforzamento dei diritti dei lavoratori. In particolare, si punta ad un bilancio europeo votato agli investimenti e ad un “patto sociale per l’Europa”. La Spd, inoltre, ha preteso un tetto ai contratti a tempo determinato e l’aumento dei salari dei medici del settore pubblico. Si cercherà inoltre di aumentare la tassazione ai giganti del web Google e Facebook.
La Grosse Koalition si impegnerà inoltre per ridurre la produzione di energia elettrica a carbone già dal 2020, in anticipo rispetto agli accordi internazionali.
L’accordo sui ministeri
La cancelliera sarà ancora Angela Merkel. Martin Schulz, che ha annunciato le dimissioni dalla presidenza del suo partito, avrà il ministero degli Esteri.
La Spd riesce a strappare anche il ministero federale delle Finanze e quello del Lavoro. Le Finanze in particolare rappresentano una conquista preziosa per i socialdemocratici, visto che nella precedente Grosse Koalition erano in mano al paladino dell’austerity Wolfgang Schauble (Cdu, che ora sarà presidente del Bundestag). Al partito di Schulz anche i dicasteri della Famiglia, della Giustizia e dell’Ambiente.
La Cdu, oltre alla guida del governo, avrà anche gli Affari Economici e la Difesa. Il leader della Csu Horst Seehofer guiderà il ministero degli Interni; il suo partito avrà anche le Costruzioni e il ministero della Patria.
Il voto degli iscritti della Spd
Non è ancora stata detta però l’ultima parola, che spetta ai membri della Spd. I 450.000 iscritti al partito socialdemocratico si esprimeranno nelle prossime 3 settimane sull’accordo per la nuova Grosse Koalition che potrebbe governare il Paese. La direzione ha organizzato una serie di incontri con la base per spiegare l’intesa con Merkel, ma il sì non è scontato. In caso di vittoria del no si potrebbe tornare alle urne.
