L'arbitro va rispettatoIn Campania un'associazioneeduca i ragazzi come adulti

Un giudice sportivo punisce chi sgarra tra i 10mila giovani atleti di Sport&Fun

Le aggressioni agli arbitri hanno riconquistato la ribalta della cronaca. Responsabilizzare e sensibilizzare i più piccoli può essere quindi la strada da seguire. Giuseppe Pirozzi, presidente dell’associazione sportiva “Sport&Fun”, spiega quali sono gli obiettivi che vuole perseguire in materia di educazione allo sport e come intende raggiungerli.

 

In cosa consiste la vostra attività?

“Siamo un’associazione sportiva dilettantistica fondata nel 2007 da un gruppo di giovani con l’obiettivo di promuovere attività sportiva sul territorio campano. Attualmente operiamo nel calcio giovanile. Organizziamo eventi di carattere locale, regionale e nazionale. Abbiamo 50 campionati attivi, con fasce d’età dai piccolissimi, bambini di 6-7 anni, fino ai ragazzi di 14-15 anni. Parliamo di diecimila giovani atleti in tutto”.

 

Nonostante si parli di minorenni, tenete particolarmente al rispetto delle regole. 

“Siamo molto vigili e presenti. Abbiamo un regolamento che prevede multe economiche e sanzioni disciplinari. Ammonizioni, espulsioni, diffide, squalifiche; di questo si occupa il nostro giudice sportivo. Rapportiamo al mondo dei bambini lo stesso sistema che si applica agli adulti, crediamo sia importante”.

 

È mai capitato che un vostro arbitro venisse aggredito?

“Qualche episodio spiacevole è avvenuto. Con atteggiamenti distanti dal mondo sportivo in generale e dai bambini. Sono pessimi esempi e abbiamo agito duramente, in alcuni casi anche allontanando dai campionati le società responsabili. Dispiace per i ragazzi, ma bisogna dare un segnale”.

 

Quale segnale?

“Ribadire il nostro messaggio, ossia che il calcio è uno sport fantastico che regala grandi emozioni, ma i bambini e soprattutto gli adulti devono viverlo con uno spirito adeguato al mondo sportivo, con valori che ruotino attorno a educazione e rispetto”.

Massimiliano Cassano

Napoletano trapiantato a Roma per inseguire il sogno di diventare giornalista. Laureato in Mediazione linguistica e culturale, ossessionato dall’ordine. Appassionato di politica, arte, Lego, calcio e Simpson. Arbitro di calcio da giovanissimo per vocazione.