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HomeEsteri Gran Bretagna e Australia: “L’intelligence russa dietro ondata di cyber attacchi”

Gran Bretagna e Australia
"L'intelligence di Mosca
dietro cyber attacchi"

Londra parla di azioni "indiscriminate"

Nuovo scontro dopo il caso Skripal

di Antonio Scali04 Ottobre 2018
04 Ottobre 2018

epa07059735 Britain's Foreign Secretary Jeremy Hunt speaks on the first day of the Conservative Party Conference in Birmingham, Britain, 30 September 2018. The Conference runs from 30 September to 03 October. EPA/NEIL HALL

Un’ondata di attacchi informatici a livello globale. Ad architettarla sarebbe stata la Russia, tramite la sua intelligence militare “Gru”. Attacchi “indiscriminati e temerari” contro istituzioni, imprese e media, secondo le accuse mosse da Regno Unito e Australia. Sono soprattutto gli inglesi a entrare nel merito: secondo il National Cyber Security Center britannico, infatti, l’intelligence russa avrebbe colpito l’agenzia mondiale antidoping, i sistemi di trasporto ucraini e avrebbe influito anche nella corsa alla presidenza degli Stati Uniti del 2016. Accuse analoghe nei confronti di Mosca sono arrivate dall’Australia. Il primo ministro Scott Morrison e il ministro degli Esteri Marise Payne, tramite una dichiarazione congiunta, hanno fatto sapere che per i servizi segreti australiani “il Gru è responsabile di questo modello di attività cibernetica dannosa”. In Australia – hanno sottolineato i due membri del governo – non ci sarebbe stato un impatto significativo, ma altrove gli attacchi informatici hanno causato danni economici, colpendo le infrastrutture civili.

Un caso che mette nuovamente al centro la Russia, già accusata nell’ambito dell’inchiesta sul Russiagate di aver influenzato l’esito delle elezioni americane tra Donald Trump e Hillary Clinton. Le nuove rivelazioni del National Cyber Security Center riaprono un fronte ancora caldo nei rapporti diplomatici tra Londra e Mosca. I funzionari britannici, infatti, avevano in precedenza accusato proprio il “Gru” per l’attacco con un agente nervino dello scorso marzo contro l’ex-spia russa Sergei Skripal e sua figlia Yulia a Salisbury. Una questione su cui è tornato appena ieri il presidente Vladimir Putin, il quale, senza troppi giri di parole, ha definito Skripal “un traditore della patria, un farabutto. Alcuni media vogliono dipingerlo come un attivista dei diritti umani, ma in realtà lui è semplicemente uno sporco bastardo”. In merito al suo avvelenamento, però, il Cremlino continua a negare qualsiasi coinvolgimento. Ed è facile prevedere che anche queste nuove accuse portate avanti da Regno Unito e Australia saranno rispedite al mittente.

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