epa07027333 A Houthi militiaman walks past banners depicting portraits of late Houthi fighters allegedly killed in the ongoing conflict, in Sanaâa, Yemen, 17 September 2018. Yemenâs ongoing conflict has dragged on for more than three years, with Yemeni government forces, backed by the Saudi-led military coalition, fighting the Houthi rebels for control of the Arab country, claiming the lives of more than 10 thousand people. EPA/YAHYA ARHAB

Guerra in YemenSoluzione di pace lontana Oggi a Riad l'inviato Onu

L'intervento militare dei sauditi minaccia costante per Sana'a

Una guerra dimenticata. Sebbene lo Yemen controlli uno dei luoghi più strategici del mondo, lo stretto di Bab el Mandeb tra il Mar Rosso e il golfo di Aden, i missili dell’Arabia Saudita nei confronti dei “vicini di casa” sembrano attirare pochissimo l’attenzione internazionale.

Il conflitto è cominciato nella notte tra il 25 e il marzo del 2015, quando le richieste di autonomia della minoranza Houthi, sempre più pressanti dopo la morte del presidente Ali Abdullah Saleh, e il successivo vuoto di potere, hanno spinto l’Arabia a optare per l’intervento militare, ponendosi alla guida di una coalizione di diversi stati, tra cui la Giordania, l’Egitto, il Marocco e il Sudan. Da allora i cittadini yemeniti vivono sotto la costante minaccia delle bombe saudite, dato che l’attuale leader Abdel Rabbo Monsour Hadi non è mai riuscito realmente a ottenere il controllo di tutto il paese.

In questo scenario è previsto per oggi l’arrivo a Riad in Arabia Saudita dell’inviato speciale delle Nazioni Unite in Yemen, Martin Griffiths. Come riporta Al Arabiya, la visita a Riad è stata programmata dopo che Griffiths ha avuto ieri incontri a Sana’a con alcuni rappresentanti delle milizie Houthi in Yemen. Il funzionario Onu ha definito «costruttivo» il colloquio aggiungendo via Twitter come ci siano stati fatti dei passi avanti  per «riprendere le trattative di pace e ristabilire la fiducia tra i due paesi». Tra gli argomenti affrontati vi sono stati anche il rilascio dei prigionieri, la riapertura dell’aeroporto di Sana’a e la situazione economica dello Yemen.

Un recente rapporto di Save the Children aveva rivelato come siano almeno seimila e cinquecento le vittime, e sedicimila e settecento i feriti tra la popolazione civile dello Yemen tra i mesi di Marzo 2015 e Giugno 2018, sottolineando però che il numero reale sia probabilmente superiore.

Fabio Simonelli

Nato a Varese il 5/10/1993, ha frequentato il liceo classico ed è laureato in lettere moderne all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Parla correttamente quattro lingue, e nel 2016 ha completato la sua formazione con un’esperienza all’estero alla UBA (Universidad de Buenos Aires).