Palestinesi cercano corpi e sopravvissuti tra le macerie di un edificio residenziale raso al suolo da un attacco aereo israeliano, nel campo profughi di Khan Younis, nel sud della Striscia di Gaza / Foto Ansa

Guerra Israele-HamasAperto il valico di Rafahma Israele smentisce

Per Gaza nessun cessate il fuoco Quasi 200 ostaggi nelle mani di Hamas

GAZA CITY – Il valico di Rafah, tra Gaza e l’Egitto è stato aperto. Gli stranieri e i palestinesi con doppia nazionalità potranno uscire dalla Striscia ma solo per 5 ore. I preparativi sono stati completati, ma ancora nessun aiuto umanitario è entrato a Gaza, fanno sapere fonti locali, secondo cui la situazione è statica. Tra gli aiuti concessi ci sono medicinali, coperte, materassi e acqua potabile. Il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani ha dichiarato che in giornata saranno fatti uscire dalla Striscia gli italiani a Gaza. Questa mattina, tuttavia, Israele aveva smentito la riapertura del valico. “Per il momento non c’è un cessate il fuoco né l’ingresso a Gaza di aiuti umanitari in cambio di fuoriuscita di cittadini stranieri”, aveva fatto sapere l’ufficio del premier israeliano Benyamin Netanyahu. Al confine, intanto, è pronto un carico di forniture mediche dell’Oms, arrivate sabato e pronte ad essere trasportate all’interno di Gaza. “Un cessate il fuoco servirebbe l’ingresso di aiuti dall’Egitto”, ha fatto sapere, su X, il direttore nazionale dell’Oms, Ghebreyesus.

Il fronte Sud: continuano i bombardamenti su Gaza

Hamas continua a impedire ai palestinesi di evacuare verso sud dalla parte settentrionale della Striscia di Gaza, zona maggiormente esposta ai bombardamenti israeliani. “Dopo aver dimostrato crudeltà verso i residenti di Israele, Hamas sta facendo lo stesso con i residenti di Gaza City”, riporta il Times of Israel. Ciò in un clima di continui bombardamenti. Nella notte sono stati segnalati numerosi attacchi aerei da parte dell’esercito israeliano che hanno causato la morte di diverse persone.

Gaza distrutta dopo i bombardamenti. | Foto Ansa

Il bilancio dei morti e dei feriti 

Il bilancio delle vittime sale. Sono 2.750, secondo il ministero della Sanità di Hamas, citato da Haaretz. I feriti sono oltre 9.700. La situazione è critica anche riguardo la fornitura di energia elettrica negli ospedali. Le riserve di carburante dureranno “solo per 24 ore e l’arresto dei generatori metterebbe a rischio la vita di migliaia di pazienti”, denuncia l’ufficio dell’Onu. A Gaza mancano persino i sacchi per i cadaveri. Per quanto riguarda gli ostaggi, invece, il portavoce militare israeliano Daniel Hagari ha informato della presenza di 199 ostaggi a Gaza e ha precisato che a loro riguardo Israele sta compiendo “uno sforzo nazionale di priorità suprema”, ricorrendo anche ad informazioni di intelligence.

Un edificio distrutto a Gaza dopo gli attacchi da parte di Israele. | Foto Ansa

Il fronte nord: nuovo raid di Israele contro Hezbollah

Un nuovo fronte si è aperto anche a nord. L’esercito di Israele ha condotto domenica sera un altro attacco in Libano contro le infrastrutture del gruppo militante islamico Hezbollah. Il raid è avvenuto “in risposta agli spari di domenica dal Libano verso Israele”, si legge in un comunicato dell’esercito di Israele. Lo scambio di colpi tra lo Stato ebraico e gli Hezbollah sta aumentando. Ma Israele non si ferma e minaccia “una reazione micidiale” nel caso in cui il gruppo terrorista decidesse di metterli alla prova. Domenica per tutto il giorno si sono susseguiti lanci di razzi e missili anti-tank da parte dei miliziani sciiti, che hanno ucciso un soldato israeliano e ferito altri quattro. Un razzo di Hezbollah ha tra l’altro colpito il quartiere generale del contingente Unifil nel sud del Libano.

Giulia Mutti

Nata in Toscana, lì dove le Apuane si affacciano sul mar Tirreno, sono laureata in Lettere all’università “La Sapienza” di Roma. Nella città eterna, ho maturato interessi in campo letterario e giornalistico, strade che ho scelto di seguire con perseveranza e dedizione. Appassionata, da sempre, di temi di attualità e politica, ritengo che i fatti, di per sé, non esistano senza le motivazioni e i sentimenti degli uomini che li governano.