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Hamas rilancia sulla tregua. Attesa all’Onu per Trump e Netanyahu

di Flavia Falduto23 Settembre 2025
23 Settembre 2025
hamas

L'Assemblea generale delle Nazioni Unite | Foto Ansa

NEW YORK – Una tregua di 60 giorni a Gaza in cambio del rilascio di metà degli ostaggi ancora sulla Striscia. È quanto propone l’organizzazione islamista Hamas in una lettera ora nelle mani del Qatar e indirizzata al presidente americano Donald Trump. Oggi, 23 settembre, il tycoon interverrà ai lavori dell’80esima Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Al Palazzo di Vetro, una maggioranza di Paesi guidata dalla Francia e dall’Arabia Saudita ha già riconosciuto lo Stato di Palestina. Un gesto che secondo gli Stati Uniti è “una ricompensa ad Hamas”. Mentre per il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres rappresenta un “diritto dei palestinesi” a veder riconosciuta la loro “sovranità nazionale”. 

Il piano franco-saudita per la pace a Gaza

Il presidente francese Emmanuel Macron è stato il primo ad annunciare la svolta di Parigi e il riconoscimento della Palestina. Seguito, poi, da altri importanti Paesi occidentali come la Gran Bretagna, il Canada, l’Australia e il Portogallo. In occasione del vertice a New York del 22 settembre convocato da Francia e Arabia Saudita, la lista si è allungata e a riconoscere formalmente lo Stato palestinese sono stati anche Belgio, Finlandia, Lussemburgo, Malta, Nuova Zelanda e San Marino. Con la Danimarca che evoca ancora un non meglio precisato “cambio di posizione”.

L’intervento di Trump all’Onu

Nel frattempo, al Palazzo di Vetro cresce l’attesa per l’intervento di Trump, con un discorso che si preannuncia aggressivo. Come affermato da un portavoce della Casa Bianca in un briefing, il presidente americano denuncerà le “istituzioni globaliste che hanno significativamente compromesso l’ordine mondiale”. Secondo l’agenzia di stampa Reuters, nel mirino del tycoon potrebbe esserci anche l’intera Corte penale internazionale, in risposta alle indagini sui crimini di guerra israeliani. 

Dopo il suo discorso, Trump incontrerà tra gli altri i funzionari del Qatar per discutere di un piano post-bellico per Gaza, senza il coinvolgimento di Hamas. Per i leader arabi è necessario fare pressione sul premier israeliano Netanyahu affinché ponga fine alla guerra nella Striscia e rinunci all’annessione della Cisgiordania.

Erdogan su Hamas: “Non è un’organizzazione terroristica”

Diventano un caso le parole del presidente turco Recep Tayyip Erdogan, arrivato a New York per partecipare ai lavori dell’Onu. Intervistato dall’emittente televisiva Fox News, il leader di Ankara ha detto: “Hamas non è un’organizzazione terroristica, ma un gruppo di resistenza”. Per poi criticare Israele: “Questo è un genocidio completo e l’autore è Netanyahu”.

Tajani: “La soluzione dei due Stati è l’unica praticabile”

Il riconoscimento della Palestina evidenzia un disallineamento tra gli Stati Uniti e parte dell’Europa, con l’Italia e la Germania che al momento hanno firmato solo la dichiarazione simbolica dell’Onu a favore della soluzione dei due Stati. La premier italiana Giorgia Meloni è atterrata nella notte a New York: il suo intervento all’Assemblea generale è previsto per il 24 settembre. Ma a parlare, nel frattempo, è il vicepremier Antonio Tajani, che ritiene “prematuro” il riconoscimento di una Palestina che “oggi non esiste e il cui futuro va costruito”. L’unica “soluzione praticabile è quella dei due Stati”. 

L’intervento del vicepremier Antonio Tajani all’Onu | Foto Ansa

Idf, 640 mila palestinesi hanno lasciato Gaza City

Nel frattempo, continua l’offensiva dell’esercito israeliano su Gaza City. Secondo l’Idf, sarebbero 640 mila i palestinesi che hanno lasciato la città dirigendosi verso il sud della Striscia.

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