Il dossier Siria sul tavolo del vertice dei ministri degli Esteri della Nato. Amedeo Ricucci: «La situazione nel Paese è disperata»

«In Siria la situazione è ormai fuori controllo», così denuncia in un post nel suo blog “Ferri vecchi” Amedeo Ricucci, il giornalista della Rai finito per 11 giorni nelle mani del gruppo Jabat al Nusra, insieme ai colleghi ai colleghi Susan Dabbous,  Elio Colavolpe e Andrea Vignali. I quattro reporter sono stati liberati lo scorso 13 aprile. «Tra i gruppi armati jihadisti e le brigate dell’Esercito Siriano Libero (ESL) – continua Ricucci –  è in atto infatti una guerra esplicita per il controllo del territorio, condotta con brutalità e senza rispetto per nessuno, tanto meno per i giornalisti. Il nostro sequestro temo si inserisca in questa battaglia senza esclusione di colpi, villaggio per villaggio, che non risparmia nemmeno la popolazione civile». Una lettura fatta da chi quell’inferno l’ha vissuto in prima persona, e ha compreso la differenza tra la lotta per la libertà, perseguita da coloro che si sono ribellati alla dittatura di Bashar al Assad, e i membri di Jabat al Nusra, che con la violenza vorrebbero instaurare un califfato islamico in Siria. Il popolo siriano è in ginocchio, e per questo si allea con un gruppo armato, il cui scopo non è solo la caduta della dittatura, ma la costruzione di un ordine nuovo, ben lontano dalla democrazia.
La tragedia di Jdaidet Artouz e a Jdaidet al-Fadel. E intanto continua il massacro di civili, in un conflitto che va avanti ormai da due anni. L’ultima strage, negli ultimi giorni, è quella che si è consumata a Jdaidet Artouz e a Jdaidet al-Fadel, in cui hanno perso la vita più di 480 persone.
L’Onu vuole limitare la fornitura di armi. Il Segretario Generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon ha pregato la Lega Araba e il Primo ministro del Qatar di internvenire per interrompere la fornitura di armi al governo di Damasco e ai ribelli in Siria. Ma il Segretario della Lega Araba, Nabil al-Arabi, non intende collaborare, e fa sapere che se il governo di Bashar al-Assad e’ rifornito di armi dall’estero, allora è «giusto che anche l’altro lato le abbia» in modo che si possa ottenere «una qualche forma di equilibrio».
Barack Obama riceverà oggi l’emiro del Qatar, Hamad bin Khalifa al-Thani, alla Casa Bianca. Sul Washington Post il Presidente americano dichiara che farà di tutto affinché le armi fornite ai ribelli siriani non finiscano nelle mani del Fronte al Nusra, legato ad al Qaida, che attualmente controlla molti siti petroliferi del Paese. Prima dell’inizio della rivolta, nel 2011, la Siria produceva 380.000 barili di greggio al giorno. Ieri l’Unione europea ha revocato l’embargo petrolifero imposto due anni fa alla Siria, per consentire ai ribelli di finanziare  le loro operazioni con la vendita del greggio.
Oggi a Bruxelles è in corso il vertice dei ministri degli Esteri dei Paesi Nato. All’ordine del giorno sarà proprio la questione siriana, e i possibili sviluppi di una questione ancora priva di soluzioni.

Annalisa Cangemi