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Incendio in un magazzino
cinese a Milano, morti
tre giovani lavoratori

Le forze dell'ordine indagano

sulla natura del rogo

di Beatrice D'Ascenzi13 Settembre 2024
13 Settembre 2024
L'intervento dei Vigili del fuoco e dei Carabinieri nell'emporio

L'intervento dei Vigili del fuoco e dei Carabinieri nell'emporio

Le fiamme, il fumo, l’unica via di fuga sbarrata dal fuoco. È di tre morti il bilancio dell’ incendio che intorno alle 23.00 del 12 settembre è divampato in un emporio di articoli al dettaglio in via Ermenegildo Cantoni 3, a Milano. Sul posto sono intervenuti cinque mezzi del Comando della città che hanno lavorato tutta la notte per domare le fiamme e poi procedere alla messa in sicurezza del magazzino.

Le vittime – due fratelli, un ragazzo di 17 anni e una ragazza di 18, nati in Italia, e un 24enne residente a Torino e nato in Cina – non hanno avuto scampo. 

Secondo le ricostruzioni degli inquirenti e dei Vigili del fuoco accorsi sul posto, la struttura si sarebbe trasformata immediatamente in una trappola mortale: l’edificio dispone  infatti di un unico ingresso pedonale e carraio sulla facciata del magazzino, quella che guarda sulla strada. Le vittime, quindi, in assenza di un’uscita di sicurezza nel retro,  sono rimaste incastrate nel magazzino in fiamme . Probabilmente – questa la prima ipotesi delle squadre intervenute nella notte –  i tre giovani hanno trovato l’unica via di fuga lato strada sbarrata dal fuoco, impossibilitati anche a disporre della scala presente al primo piano dell’emporio, distrutta dalle fiamme.

Al momento non è ancora chiara l’origine dell’esplosione. I pompieri stanno effettuando rilevamenti tra le macerie per capire se l’incendio possa aver avuto luogo da un’imperizia, un corto circuito, o se le fiamme siano di natura dolosa. Secondo alcune indiscrezioni giunte alle forze dell’ordine, pare che i titolari dell’attività commerciale avessero ricevuto minacce. 

La morte dei tre ragazzi ha profondamente colpito gli abitanti del quartiere di Chinatown. Le vittime appartenevano a famiglie note nella comunità, che prima, secondo quanto riferito da un testimone, “avevano un ristorante e poi hanno comprato il magazzino, che non vendeva direttamente ma riforniva molti negozi al dettaglio”. Sul caso indaga il Nucleo investigativo dei carabinieri di Milano. 

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