Il premier israeliano Benjamin Netanyahu | Foto Ansa

Il piano di Netanyahupost guerra: demolire Hamase chiusura dell'Unrwa

Il capo dell'Agenzia: "Punto di rottura" Anp: "Scelte fallimentari"

GERUSALEMME – L’annientamento di Hamas e la chiusura dell’Unrwa, l’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei profughi palestinesi nel vicino oriente. Sono i pilastri del piano post-guerra presentato dal primo ministro Benjamin Netanyahu al gabinetto di sicurezza istraeliano. L’obiettivo? Sostituire il potere di Hamas lungo la Striscia con “funzionari locali” con “esperienza amministrativa”, non legati a “Paesi o entità che sostengono il terrorismo”. E poi il capitolo Unrwa, finita al centro delle polemiche dopo la notizia del coinvolgimento di 12 membri dell’Agenzia negli attacchi del 7 ottobre. Al suo posto “organizzazioni umanitarie internazionali responsabili”. 

La risposta dell’UNRWA

Una soluzione che preoccupa Philippe Lazzarini, capo dell’Agenzia: “È con profondo rammarico che devo informarvi oggi che l’Agenzia ha raggiunto un punto di rottura, con i ripetuti appelli di Israele al suo smantellamento e al congelamento dei finanziamenti dei donatori di fronte ai bisogni umanitari senza precedenti a Gaza”, ha commentato.  

Nel piano di Netanyahu resta poi prioritario il ritorno degli ostaggi. Senza dimenticare la vittoria sul fronte militare: la distruzione delle capacità e delle strutture di governo di Hamas e della Jihad islamica.

L’indignazione dell’Anp

Scelte che indignano l’Autorità nazionale palestinese (Anp) di Abu Mazen. Il portavoce del presidente ha detto che “Gaza sarà solo parte dello stato palestinese indipendente con Gerusalemme come capitale, e qualsiasi piano diverso da quello è destinato al fallimento”. “Israele – ha aggiunto – non riuscirà nei suoi tentativi di cambiare la realtà e i dati demografici di Gaza. Se il mondo vuole sicurezza e stabilità nella regione, deve porre fine all’occupazione e riconoscere lo Stato palestinese indipendente”. 

Ostaggi, al via i colloqui di Parigi

Sul fronte diplomatico, torna a parlare anche il presidente degli Stati Uniti Joe Biden, puntando il dito contro Hamas: “La stragrande maggioranza dei palestinesi non fa parte di Hamas, che non rappresenta il popolo palestinese”. Nel frattempo il direttore della Cia William Burns guida il colloquio sugli ostaggi in partenza oggi, 23 febbraio, a Parigi. Oltre a Israele, saranno presenti anche le delegazioni del Qatar e dell’Egitto.

Niccolò Maurelli

Laureato in scienze politiche e relazioni internazionali, grande appassionato di calcio e Formula 1. Cultura e sport sono gli ambiti che preferisco: quando sarò giornalista professionista, mi piacerebbe seguire i più grandi eventi sportivi internazionali.