TORINO – Comincia l’era di Luciano Spalletti alla Juventus. Il tecnico ex Napoli e Inter è stato ufficialmente presentato in conferenza stampa dopo la prima visita avvenuta ieri, 30 ottobre, alla Continassa. L’ex ct della nazionale esordirà per la prima volta sulla panchina bianconera sabato 1 novembre, contro la Cremonese.
Spalletti: “Credo nella potenzialità della squadra”
La dirigenza della Juventus – al momento al 7° posto in campionato con 12 reti segnate ma 9 subite – spera che l’arrivo del tecnico toscano migliori la situazione della difesa. Il progetto parte dall’obbiettivo Champions League. “Per un club come la Juventus è necessario tornarci ma le altre corrono forte, dobbiamo lavorare. Se non avessi creduto nelle potenzialità di questa squadra perché avrei dovuto accettare un contratto da otto mesi?”, ha detto il tecnico oggi in conferenza stampa.
Per raggiungere gli obbiettivi si passerà dalla linea a tre a quella a quattro. Spalletti è abituato a giocare con il 4-3-3 o con il 4-2-3-1 in cui i terzini si dividono: uno sale e l’altro rimane dietro. La speranza è che il nuovo modulo premi le abilità offensive del terzino sinistro Andrea Cambiaso, sperando che gli altri centrali acquisiscano più solidità. Soprattutto Pierre Kalulu: da terzino destro a difensore centrale al Milan, con Igor Tudor è diventato un esterno di centrocampo, con scarsi risultati. In attesa del ritorno di Bremer, parola d’ordine solidità.
Koopmeiners il possibile jolly a metà campo
L’arrivo di Spalletti nella Torino bianconera non promette solo una difesa più affidabile, ma anche il rilancio di alcuni giocatori. Il più importante è quello di Teun Koopmeiners. Arrivato nell’estate del 2024 per più di 50 milioni di euro, l’ex Atalanta sta deludendo le aspettative ma nel sistema “spallettiano” potrebbe ritrovarsi. Nel 4-3-3 tornerebbe a ricoprire il suo ruolo da mezzala mentre nel 4-2-3-1 ritornerebbe nella sua posizione prediletta: sulla trequarti dietro la punta con possibilità di inventare.
Il nodo Vlahovic: tra Osimhen e Dzeko
Spalletti predilige che le squadre giochino con un attaccante che vada in profondità. Un sistema tattico che ha fatto le fortune di Edin Dzeko e Victor Osimhen. Il tecnico però ha usato sia bastone che carota e su questo deve lavorare Dusan Vlahovic. Negli anni è apparso troppo vulnerabile ai lunghi digiuni e la speranza dei tifosi è che possa crescere dal punto di vista mentale, oltre che sulle reti. Stessa cosa per gli altri attaccanti: Jonathan David e Lois Openda. Per quest’ultimo però potrebbero aprirsi spiragli nelle zone laterali della trequarti, dove Spalletti ha mostrato di saper lavorare sapientemente. Da Mohamed Salah a Kvicha Kvaratskhelia. Senza dimenticare il numero 10 Kenan Yildiz. Con Tudor ha prevalentemente giocato più in zona centrale, con Thiago Motta è stato libero di muoversi nella zona laterale sinistra. La speranza dei tifosi juventini è che il turco e Vlahovic possano essere i nuovi Kvicha-Osimhen. Con buona pace della rivalità sportiva, per uno scudetto che manca dal 2020. L’allenatore? Maurizio Sarri, un altro toscano.
 
  
  
 


