HomeEsteri Kenya, quattordici arresti a seguito del rapimento di Silvia Romano

Kenya: 14 arrestati
per il rapimento
di Silvia Romano

I fermati salvati dal linciaggio

Le ricerche proseguono nel villaggio

di Tommaso Franchi22 Novembre 2018
22 Novembre 2018

Sono quattordici gli arresti in Kenya a seguito del rapimento a Kilifi della volontaria Silvia Romano. A riferirlo è il media locale Daily Nation. A confermarlo è anche il comandante della polizia regionale costiera, Noah Mwivanda. Il comandante ha riferito che gli agenti hanno fermato i sospettati nella notte, precisamente nella zona di Chakama e Galana-Kulalu. Le ricerche si concentrano su Said Abdi Adan, uomo che aveva affittato delle camere per due degli indiziati.

Secondo gli inquirenti, i fermati avrebbero ceduto alcune informazioni ai sequestratori, agevolando il rapimento della ventitreenne milanese e non escludono che alcuni degli arrestati possano essere complici dei rapitori. I quattordici fermati sono stati salvati dal linciaggio degli abitanti del villaggio, andati alla ricerca dei fiancheggiatori del commando dopo l’attacco. Ora gli arrestati sono stati sottoposti a interrogatorio.

I rapitori, secondi gli agenti di polizia locale, hanno attraversato il fiume Galana trascinando la ragazza. Secondo altre indiscrezioni, due assalitori sarebbero rimasti gravemente feriti durante l’assalto al villaggio di ieri.

Dalle prime indagini, sembra meno probabile che la Romano sia stata rapita da Al Shaabab, gruppo terroristico islamico nato in Somalia ma che, da qualche anno, semina terrore in varie zone del Kenya. Per gli inquirenti è probabile che i rapitori siano criminali comuni, non legati a fazioni integraliste, anche se c’è il rischio che la giovane possa essere ceduta proprio a gruppi islamisti.

L’esercito locale ha disposto un cordone di sicurezza intorno al villaggio. Nel frattempo le forze dell’ordine stanno cercando di risalire agli autori dell’attacco in Kenya. Le ricerche proseguono nelle foreste vicine a Chakama e nei luoghi limitrofi, dove i sequestratori potrebbero essersi rifugiati per sfuggire alle forze dell’ordine e al linciaggio della popolazione locale.

 

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