Negli ultimi mesi i partiti hanno rilanciato eventi e scuole di formazione politica rivolti ai più giovani. I dati che emergono dall’indagine Ipsos di maggio – secondo cui il 76,4% dei ragazzi si dice abbastanza o molto interessato alla politica – sembrano indicare un’inversione di tendenza. Ma è davvero così? Ne parliamo con Simone Leoni, segretario nazionale di Forza Italia Giovani, protagonista di “Azzurra Libertà”.
I giovani sono davvero così interessati alla politica?
“Sì. C’è una grande inversione di tendenza rispetto al passato: sono molto interessati alla politica, soprattutto sui temi che sentono più vicini. Spesso si confonde il disinteresse verso i partiti con il disinteresse verso la politica. In realtà i giovani sono stati delusi dai partiti, che è diverso”.
Quali sono oggi i temi che attirano di più l’attenzione dei ragazzi?
“Prima di tutto quelli legati al futuro personale: prospettive economiche e lavorative. Negli anni passati tantissimi giovani sono espatriati per mancanza di opportunità, quindi il tema della creazione di occasioni economiche è centrale. Poi c’è la salute mentale, a cui teniamo molto. E infine i diritti civili: sono temi che oggi generano forte polarizzazione, e secondo me bisogna fare lo sforzo di ‘spolarizzarli’”.
Si sta anche abbassando l’età di chi si avvicina alla politica?
“Assolutamente. Io ho iniziato a 14 anni e all’epoca eravamo pochi. Oggi quell’età di ingresso è più frequente. I social hanno sicuramente un ruolo: non sono strumenti perfetti, ma accendono la curiosità politica dove un tempo, senza tv o giornali, non sarebbe arrivata”.
“Azzurra Libertà” è stato uno degli eventi più discussi dell’estate. Cosa l’ha reso così rilevante?
“In Italia non c’è un’altra giovanile in grado di organizzare una tre giorni con oltre 1.300 ragazzi da tutta Italia, paganti. E questo fa la differenza: non erano posti regalati. Ognuno ha sostenuto spese tra i 200 e i 300 euro, tra iscrizione, trasporti e vitto. E abbiamo scelto una località di mare come San Benedetto del Tronto (Ascoli Piceno), quindi non esattamente comoda da raggiungere. Questo significa che i ragazzi vogliono davvero esserci”.
Tutti partecipanti già iscritti a Forza Italia Giovani?
“La grande maggioranza sì. Qualcuno arriva senza tessera, ma poi la fa lì. Quando ci si sposta per tre giorni è chiaro che partecipano soprattutto coloro che già vivono l’ambiente”.
Avete avuto vari ospiti, anche figure come don Alberto Ravagnani.
“Sì, e ne siamo felici. Siamo un partito con valori cristiani, ma che vuole parlarne nel 2025, non in modo ingessato. Don Alberto è un sacerdote giovane che parla ai ragazzi e li capisce”.
Organizzate anche scuole di formazione politica?
“Sì, ciclicamente. L’ultima è stata a Gubbio, a giugno, e ora stiamo lavorando a percorsi differenziati: uno per amministratori locali, uno per candidati alle amministrative e uno per chi si interessa ai temi nazionali. Non ha senso una scuola ‘calderone’: la formazione deve essere cucita su misura”.
Questi corsi prevedono un contributo economico?
“Dipende, ma cerchiamo di far pagare il meno possibile. L’ultimo corso costava circa 100-150 euro, senza trasporti. Vorremmo che la selezione avvenisse sulla base del merito, non delle possibilità economiche. Purtroppo in Italia non esistono più finanziamenti pubblici ai partiti, e questo è un problema: se non si investe sulla formazione della futura classe dirigente, non ci si può lamentare della politica di domani”.


