RIO DE JANEIRO – “Rio de Janeiro in stato di guerra”. Così aprono i quotidiani brasiliani dopo la maxi operazione lanciata dal governatore Cláudio Castro (Partito Liberale, lo stesso dell’ex presidente Bolsonaro) contro il Comando Vermelho, la principale fazione criminale della città. L’intervento è degenerato in una vera e propria guerriglia urbana: 64 i morti finora accertati, tra cui quattro agenti, e oltre 2500 uomini dispiegati nei complessi di Alemão e Penha, dove vivono 280 mila persone in decine di favelas. La reazione dei narcos è stata devastante: droni carichi di granate, fucili d’assalto capaci di abbattere elicotteri e autobus sequestrati per bloccare le vie di accesso. La guerriglia è passata per le mani delle migliaia di affiliati al gruppo, che controllano la gran parte delle favelas dal nord, al centro e fino alla turistica zona sud di Rio. Le autorità cittadine hanno elevato lo stato d’allerta al livello 2 a causa del caos nella viabilità e dei rischi di coinvolgimento della popolazione civile. Il sindaco Eduardo Paes ha detto che Rio “non può e non sarà ostaggio di criminali che vogliono seminare la paura per le strade”.
L’operazione anti-narcos più letale di sempre: a Rio de Janeiro 64 morti negli scontri con gli agenti
di Giacomo Basile29 Ottobre 2025
di Giacomo Basile29 Ottobre 2025

Civili nascosti dietro la carcassa di un auto incendiata durante la guerriglia | Foto Ansa

Alcuni degli arresti eseguiti dalla polizia brasiliana durante la maxi operazione | Foto Ansa

Due probabili membri del Comando Vermelho fermati dalla polizia brasiliana | Foto Ansa

Auto incendiata durante la guerriglia urbana nelle favelas | Foto Ansa

Civili in motorino fermati ad un checkpoint durante la guerriglia | Foto Ansa

Agenti della polizia brasiliana armati di fucili d'assalto | Foto Ansa

Una scimmia sulla testa di un agente brasiliano durante l'operazione contro il narcotraffico | Foto Ansa

Un agente brasiliano ammanetta assieme due membri del Comando Vermelho | Foto Ansa
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