L’ultimo saluto a Margaret Thatcher. Funerali solenni in una Londra stretta tra proteste e rischio attentati

Un lungo corteo funebre per le strade di Londra; poi la commemorazione funebre nella cattedrale di St. Paul; il Big Ben, l’orologio di Westminster, in silenzio per tutto il giorno (era dai funerali di Churchill, nel 1965, che non accadeva; una cerimonia degna di una regina. L’Inghilterra e il mondo rendono l’ultimo saluto a Margaret Thatcher.

Saranno funerali solenni, con gli onori militari, ma non di Stato; una volontà della “lady di ferro”, l’ulteriore segno dell’anticonformismo di una donna che, per ben undici anni, ha rappresentato non solo l’Inghilterra ma ha impresso un segno indelebile alla politica mondiale; nel bene o nel male.
Migliaia i presenti. Attesi oltre duemila ospiti da 170 Paesi del mondo; 11 i capi di Stato e di Governo presenti, tra cui il “nostro” Mario Monti, l’ex segretario di Stato Usa Henry Kissinger, l’ex vicepresidente statunitense Dick Cheney, il ministro degli Esteri tedesco Guido Westerwelle e la ex first lady Nancy Reagan, moglie di quel Donald che fu, negli anni ottanta, il principale alleato della Thatcher. Presente alla cerimonia anche la famiglia reale al completo, compresa la regine Elisabetta e il marito Filippo.
Il problema sicurezza. Ad attenderli una Londra blindata perché, aldilà dell’affetto del popolo inglese,la Thatcherè stata una delle figure più contestate nella storia del Regno Unito. Dalla guerra nelle Isole Malvinas, alla lotta contro il dissenso nordirlandese, passando per la repressione nelle periferie violente e per leggi anti hooligans; una serie di riforme che hanno allargato la platea dei “nemici” della “lady di ferro”. In centinaia si sono così sistemati lungo il percorso del corteo, voltando le spalle al passaggio del feretro avvolto nella “Union Jack” (la bandiera britannica). A tenerli sotto controllo, per scongiurare eventuali gesti plateali, oltre 4mila poliziotti, 700 militari di aviazione, esercito e marina; misure ulteriormente rafforzate nelle ultime 24 ore dopo gli attentati di Boston.
Un doppio, inaspettato, impegno che la macchina della sicurezza dovrà affrontare nel migliore dei modi. Per non macchiare l’ultimo bagno di folla di Margaret Thatcher, la “figlia del droghiere”, il premier della gente.

Marcello Gelardini