(FILE) An undated file picture shows Italian writer Fernanda Pivano in Naples, Italy. EPA/CESARE ABBATE

Milano celebra Nanda Pivanoun ciclo di quattro eventinel centenario della nascita

Fece conoscere la letteratura americana dalla Beat Generation all'Hippie

Nel centenario della nascita di Fernanda Pivano, prende il via oggi alla Galleria d’Italia, a Milano, un ciclo di appuntamenti per ricordare la grande scrittrice, morta nel 2009, ed il suo straordinario contributo alla cultura italiana, legato in particolare alla diffusione nel nostro paese della letteratura americana (in primis quella della Beat Generation, ma anche all’underground e alla cultura hippie), ma anche a singoli autori quali Ernest Hemingway, Charles Bukowski o Gregory Corso, solo per citarne alcuni.

Nel programma della rassegna, dal titolo Ricordando Nanda Pivano. Percorsi nella letteratura americana del Novecento e curata dalla Fondazione Corriere della Sera, con il sostegno di Intesa San Paolo, si trovano gli uni accanto agli altri i nomi di autori del primo Novecento come Edgar Lee Master, del dopoguerra (Allen Ginsberg e Jack Kerouac) e di fine secolo, come David Foster Wallace.

L’iniziativa prevede quattro appuntamenti. Il primo, in programma oggi pomeriggio, avrà come tema La grande narrativa americana da Hemingway a Foster Wallace. Tra dibattito e reading, sarà illustrato l’arco ampio di lavoro della Pivano, la cui carriera letteraria ebbe inizio nel 1943 con la sua prima traduzione della Antologia di Spoon River, sotto la guida di Cesare Pavese, prima di essere arrestata, qualche settimana più tardi, per aver voluto tradurre Addio alle armi di Hemigway. Previsti, nell’incontro odierno, gli interventi di Massimo Bacigalupo, noto studioso di letteratura anglo-americana, Tommaso Pincio, scrittore e traduttore, e Enrico Rotelli, assistente della Pivano nonché curatore dei suoi Diari e dei Medaglioni.

Il ciclo continuerà poi giovedi’ 12 ottobre con l’incontro Ginsberg, Kerouac e la Beat Generation, martedì 17 con Spoon River tra poesia e canzone, che avrà luogo al Teatro Parenti, e il 26 ottobre con l’ultimo appuntamento su Bob Dylan.

Dino Cardarelli

Trentatrè anni, marsicano, laureato in Comunicazione all’Università di Teramo, città in cui muove i primi passi nel giornalismo, collaborando con testate cartacee ed online locali. Pubblicista dal 2009, iscritto nell’Ordine abruzzese, vuole continuare ad inseguire il suo sogno: realizzarsi come cronista sportivo.