NEWS ANSA

Sito aggiornato alle 13:04 del 21 ottobre 2025

HomeCronaca Minacce ai giornalisti, Luciana Borsatti di Ossigeno “Ranucci solo la punta dell’iceberg”

Minacce ai giornalisti
Luciana Borsatti di Ossigeno
"Ranucci punta di un iceberg”

Intimidazioni anche da membri pubblici

"Una delegittimazione del nostro lavoro"

di Greta Giglio17 Ottobre 2025
17 Ottobre 2025

La giornalista Luciana Borsatti, socia di Ossigeno

ROMA – L’attentato a Sigfrido Ranucci è “solo la punta di un iceberg molto più profondo”: queste le parole a Lumsanews di Luciana Borsatti, giornalista dell’associazione Ossigeno per l’informazione. Secondo l’Osservatorio sono quasi 8000 i giornalisti che hanno ricevuto minacce dal 2006 al 2024.

Quali sono i giornalisti più esposti alle minacce?

“Sono soprattutto i professionisti che si occupano di cronaca e malaffari, come Ranucci. Questi episodi sono aumentati nell’ultimo anno, come emerge dal nostro rapporto per il 2025 e che presenteremo il 28 ottobre: si tratta di un aumento del 78%. Spaventa che a crescere siano le intimidazioni da parte degli esponenti pubblici. Soprattutto i rappresentanti delle istituzioni locali, comunali o regionali fanno ricorso a querele pretestuose o a cause civili per presunte diffamazioni e danni di immagine. Queste si rivelano quasi sempre infondate: il 90% si conclude con l’assoluzione. E la maggior parte sono rivolte contro giornalisti senza contratto che lavorano in ambienti periferici. In quella situazione il collega è solo, non ha le spalle coperte da un editore che si fa eventualmente carico delle spese legali. Quindi è più facile intimidirlo e indurlo a tacere”.

C’è l’intenzione da parte delle autorità di arginare questi comportamenti?

“Il mondo politico è coinvolto gravemente in questo fenomeno. Sono anni che si va avanti con una delegittimazione del lavoro giornalistico. I giornalisti vengono presi a schiaffi pubblicamente, vengono ritenuti inattendibili, imprecisi, magari di parte. È un clima d’odio e di polarizzazione a cui assistiamo in tutti i campi e a cui figure come Donald Trump hanno dato un grandissimo contributo. Delegittimare la funzione del giornalista significa delegittimare la tutela della nostra democrazia e di tutti i cittadini. Quindi c’è responsabilità non soltanto nel caso delle azioni legali pretestuosi, ma anche nella riduzione del diritto e del dovere dei giornalisti di informare. Tutto questo si riflette in una lesione del diritto dei cittadini di sapere e di poter partecipare con cognizione di causa nella vita pubblica. Per questo motivo esiste una direttiva europea contro lo Slapps (Strategic Laws Against Public Participation). Si tratta di una norma volta a opporsi alle azioni legali contro la partecipazione pubblica: in ultima analisi viene colpito il cittadino, tramite il giornalista che paga le conseguenze”. 

Cosa fa Ossigeno per contrastare questo fenomeno?

“Ossigeno funziona come un pronto soccorso per i colleghi coinvolti. Proprio perché sono spesso professionisti precari hanno più bisogno di assistenza. In collaborazione con Media Defense, associazione di avvocati con base a Londra, riusciamo a fornire assistenza legale ai giornalisti. Il problema è primariamente finanziario, ma poi c’è anche il senso di isolamento che porta il collega a non scrivere più notizie scomode. Un’altra operazione che svolge Ossigeno è quella di indagare i casi di ostacoli non giustificati all’accesso del giornalista a informazioni, danneggiamenti alle sue proprietà, aggressioni. Queste in particolare rappresentano il 14% dei casi, riconducibili soprattutto alla criminalità organizzata. In Italia, la regione più colpita dal fenomeno delle minacce fisiche ai giornalisti è il Lazio.”

Ti potrebbe interessare