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Scontro sull’aborto
Governo sotto attacco

Polonia in piazza
Scontro sull’aborto
Governo sotto attacco

di Giordano Contu24 Ottobre 2016
24 Ottobre 2016

POLONIA. A Varsavia nuova protesta oggi delle femministe contro la legge sull’aborto dopo che ieri la folla si era radunata davanti al Parlamento per lanciare la sfida ai leaders politici conservatori,  «Annunciamo la morte dei nostri diritti» è stato lo slogan delle attiviste contro la legge che limita il diritto all’aborto voluta dall’esecutivo conservatore. Tuttavia non è solo l’aborto nel mirino delle contestazioni di questi giorni, che arrivano dopo tre settimane di mobilitazione dell’opposizione al governo. Oggi la nuova ondata di proteste per la liberalizzazione dell’aborto potrebbe coincidere con uno sciopero tutto al femminile sui luoghi di lavoro e nelle scuole.

. Forti proteste si sono tenute nelle scorse tre settimane. Una folla di donne listate a lutto si era riunita lo scorso 6 ottobre nella capitale con lo slogan #CzarnyProtest (protesta nera), costringendo il governo conservatore a fare marcia indietro proprio in seguito alle imponenti mobilitazioni. Le concessioni sono state importanti. Secondo quanto riporta oggi l’Indipendent, il disegno di legge prevedeva inizialmente fino a cinque anni di prigione per le madri che avrebbero abortito e rischio prigione anche per i medici coinvolti.Tuttavia ciò ha temporaneamente sedato la protesta. Il parlamento infatti ha respinto ogni proposta sottoposta all’esecutivo e ha deciso di continuare i lavori nelle commissioni parlamentari per rafforzare il programma di governo che lo scorso anno ha riportato al governo il partito conservatore Legge e Giustizia.

La Polonia ha una delle leggi più restrittive sull’aborto. Attualmente la legge in vigore consente l’aborto solo in caso di malformazione del feto, se la gravidanza mette in pericolo la vita della madre o in caso di stupro, ma solo entro la dodicesima settimana. Secondo le attiviste il progetto di legge attuale restringe il diritto all’aborto, sebbene nella sua prima versione la legge prevedeva abolizione. Le proteste sono destinate a continuare.

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