Russiagate, le fake newsdurante le elezioni Usa finanziate da Prigozhin

L'imprenditore nel mirino investigativo secondo le indiscrezioni della Cnn

Ievgheni Prigozhin è l’ultimo nome uscito dalle procure americane che indagano sul Russiagate. Gli investigatori ritengono che sia proprio “lo chef” di Putin a finanziare una parte della società tecnologica russa “Internet Research Agency” che ha usato i social media per diffondere fake news nelle ultime elezioni americane. Fonti della Cnn raccontano di un “dipartimento delle provocazioni” organizzato nell’azienda per promuovere fake news nei social media utilizzati in Occidente.

Dopo gli anni 80, in cui passò 9 anni in prigione per frode e rapina, Prigozhin raggiunse il successo grazie ai catering e alla ristorazione.  Il rapporto con il presidente Putin è molto stretto: è stato l’oligarca ad organizzare le feste di compleanno di Putin e le cene per i suoi ospiti. Ottenendo anche dei contratti redditizi per l’approvvigionamento di scuole e dell’esercito.

Un nuovo capitolo dell’intrigo dunque, che ieri si era arricchito di un nuovo elemento: la società “Internet Iss lidovania”, conosciuta in occidente con il soprannome “fabbrica dei troll” avrebbe speso 2,3 milioni di dollari negli ultimi due anni solo per il lavoro svolto negli Stati Uniti. Lo sostiene RBK che cita dei documenti procurati da una fonte all’interno dell’agenzia. La divisione negli Stati Uniti gestiva 118 account su Twitter, Facebook e Instagram e dava lavoro a circa “90 impiegati”. La sezione statunitense negli ultimi due anni ha organizzato 40 eventi ai quali hanno collaborato circa 100 attivisti locali completamente ignari di chi si celasse dietro all’organizzazione degli incontri, visto che tutte le comunicazioni avvenivano tramite account fasulli e in lingua inglese.

Circa 2 milioni di dollari sono stati spesi per gli stipendi: i dipendenti prendevano dai 55mila rubli al mese (circa 800 euro) al livello più basso, fino a raggiungere i 120mila rubli (circa 1900 euro) corrisposti a chi gestiva una sezione dell’azienda che avrebbe pagato circa 80mila dollari in 2 anni per la produzione di materiale propagandistico.

 

William Valentini

Si laurea in Scienze Politiche con una tesi sullo sviluppo delle politiche sportive in Urss. Considera lo sport una manifestazione sociale, non una mera competizione. Ha collaborato con diverse testate on line e con la rivista Ama Roma, raccontando i club sportivi romani. Adesso scrive su Crampi Sportivi.