Inizio anno scolastico presso il liceo Galileo Ferraris di Torino, 12 september 2022 ANSA/ALESSANDRO DI MARCO

Scuola al via tra protesteAddio alle mascherine"Mancano i professori"

Bianchi: "Ci sono tutti gli insegnanti" Niente settimana corta anti crisi

Suona la campanella per oltre 7 milioni di studenti italiani. Dopo il ritorno sui banchi il 5 settembre scorso per gli alunni della provincia di Bolzano, oggi è iniziato l’anno scolastico anche in Abruzzo, Basilicata, Friuli-Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte, Veneto e nella Provincia di Trento.

La scuola del 2022-2023 sembra essere tornata quella del 2019, pre-coronavirus. Distanziamento e mascherine sono solo raccomandati, niente più orari scaglionati, quindi si entra tutti insieme. Ma alcune scuole scelgono di mantenere ancora alta l’attenzione. “Non ci sono più disposizioni rigide – commenta Anna Polliani, preside dell’Istituto comprensivo statale Teodoro Ciresola di Milano – ma noi abbiamo deciso di mantenere gli ‘scaglioni’. Gli studenti entrano da ingressi diversi e a orari diversi per evitare affollamento”. 

La mancanza di docenti

E se, da un lato, la questione della pandemia finisce in secondo piano, altri problemi storici restano: su tutti, il precariato dei professori. Alcuni studenti cambieranno tutto il corpo docente, perché molti insegnanti sono andati in pensione, mentre altri erano precari e hanno finito il loro incarico. Il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi però rassicura: “Abbiamo mantenuto il numero di docenti che avevamo prima del Covid, nonostante” siano stati persi “tra il 2021 quasi 200mila studenti”. Gli insegnanti sono 801mila e, di questi, 650mila a tempo indeterminato. “Ci sono anche più di 90mila insegnanti di sostegno e 25mila insegnanti che stanno concludendo il concorso. Rimangono 45mila insegnanti a tempo determinato perché sostituiscono quelli che vanno in aspettativa: rappresentano il 5 %”, ha aggiunto il ministro.

Le proteste degli studenti

Anche per questo i giovani della Rete Studenti Medi hanno avviato una serie di azioni di protesta: dopo il flash mob di ieri sera davanti al ministero dell’Istruzione, questa mattina hanno affisso striscioni in 50 scuole italiane. “Da zero a cento: vogliamo tutto”, si legge negli striscioni agitati davanti ai portoni e ai cancelli di scuola. I giovani vogliono essere ascoltati dalla politica e propongono cento proposte per il futuro della scuola italiana. Tra queste i giovanissimi e le giovanissime vogliono dare maggiore importanza a diritto allo studio, ambiente, salute mentale, lavoro e spazi di aggregazione sicuri.

La protesta degli studenti davanti al Liceo Scientifico Cavour durante il primo giorno di scuola a Roma, 12 settembre 2022.

Tra istruzione e crisi dell’energia

Altro problema che entra nella vita di tutti i giorni degli studenti sarà quello dei rincari energetici, soprattutto nei prossimi mesi, quelli invernali. Negli ultimi giorni molte sono state le proposte per affrontare il problema, ultima quella del presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, che ha ribadito la strada della “riduzione di un giorno scolastico, togliendo il sabato”. Ma il ministro Bianchi rassicura affermando che il governo non ha mai parlato di settimana corta “perché siamo convinti che tutti dobbiamo affrontare le problematiche del caro energia, ma la scuola sia l’ultima, abbiamo già dato al Paese”.

Andrea Noci

Sono nato il 5 ottobre 1998 a Firenze. Laureato in Lettere moderne, con una tesi in Grammatica italiana. Amo la lingua italiana e utilizzarla in tutte le sue forme per scrivere.