La coalizione a guida Usa, impegnata nella lotta all’Isis, per la prima volta ha attaccato le basi dell’alleanza delle Forze democratiche siriane. Più di cento tra soldati e miliziani filo-governativi siriani sono stati uccisi nei raid compiuti mentre le forze lealiste, sostenute da Russia e Iran, tentavano di impadronirsi di un pozzo petrolifero nella regione di Dayr az Zor. Lo riferiscono media panarabi citando fonti locali e rappresentanti americani della coalizione.
Gli statunitensi hanno sostenuto con artiglieria e raid aerei la controffensiva curda, per evitare l’avanzata governativa in un’area che mesi fa era controllata dall’Isis, come risposta a un attacco delle truppe di Bashar Assad contro le basi della Sdf, l’alleanza delle Forze democratiche siriane sostenuta dagli Stati Uniti. Il coinvolgimento dei miliziani curdo-siriani è stata confermato dalla Cnn.
Il regime sta cercando con ogni mezzo di occupare i territori rimasti in mano agli insorti. Secondo la denuncia del ministro degli Esteri francese, Jean-Yves Le Drian, le forze armate di Assad starebbero impiegando di nuovo armi chimiche. Ordigni con testate a base di cloro, un gas tossico che colpisce i polmoni. L’esponente del governo transalpino ha anche accusato la Turchia e l’Iran di violare le leggi internazionali.
Nel frattempo i presidenti di Russia e Turchia, Vladimir Putin e Recep Tayyip Erdogan, secondo quanto riferito dal Cremlino, hanno discusso della situazione in Siria in una conversazione telefonica e deciso di “accrescere il coordinamento delle attività delle forze armate e dei servizi di sicurezza di Russia e Turchia nella lotta ai gruppi terroristici che violano il cessate il fuoco”.