epa07085358 Crew members of expedition 57/58 to the International Space Station (ISS) Roscosmos cosmonaut Alexey Ovchinin (L) and NASA astronaut Nick Hague (2-L) prior to the launch launch of the Soyuz MS-10 spacecraft at the Russian leased Baikonur cosmodrome in Kazakhstan 11 October 2018. EPA/KIRILL KUDRYAVTSEV / POOL

Soyuz, guasto al motoree atterraggio d'emergenzaSalvi due astronauti a bordo

Problema al decollo per la nave spaziale che collega la Terra alla stazione

Momenti di paura a bordo della Soyuz, il veicolo spaziale che serve a trasportare gli astronauti dalla Terra alla Stazione spaziale internazionale. Stamattina, infatti, poco dopo il lancio dal sito di Baikonur, in Kazakistan, si è reso necessario un rientro di emergenza della navetta a causa di un guasto ai motori del razzo. A bordo si trovavano due cosmonauti, l’esperto russo Alexey Ovchinin e lo statunitense Nick Hague, al suo primo volo. Dopo l’atterraggio, avvenuto sempre in terra kazaka, la stazione di controllo è riuscita a stabilire un contatto con l’equipaggio. Ovchinin e Hague sono salvi e sono stati raggiunti da quattro elicotteri, che li porteranno a Mosca.

Il problema ai motori si è verificato poco dopo la separazione del primo stadio del razzo. La Soyuz, infatti, è formata da tre stadi, tre sezioni che in alcuni momenti precisi del lancio si staccano e danno la spinta alla navetta, posizionata sull’ultimo stadio. Dopo il guasto, i due astronauti hanno segnalato una parziale assenza di peso, oltre ad alcune accelerazioni non previste. La manovra di rientro ha richiesto una ripida discesa, che poteva mettere a repentaglio la vita dei due cosmonauti.

Dopo la notizia dell’avaria al motore, Chris Bergin, managing editor della NASA, ha sottolineato come tutti gli astronauti siano allenati ad affrontare eventuali atterraggi d’emergenza negli scenari più vari, dal mare fino alla neve, grazie anche a speciali simulatori.

Un incidente simile era avvenuto l’ultima volta il 5 aprile 1975, dopo il lancio della Soyuz 18 diretta alla stazione spaziale sovietica Salyut 4. “Grazie a Dio l’equipaggio è salvo”, ha dichiarato il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov.

Carmelo Leo

Nato a Messina nel 1993, ha conseguito la laurea triennale in Scienze delle Relazioni Internazionali e Politiche nel 2016 con una tesi dal titolo “Il declino del sogno americano: gli Stati Uniti nel tornante storico del Sessantotto”. Dopo qualche breve esperienza giornalistica online si è iscritto al Master in Giornalismo della LUMSA. Appassionato di storie, che siano esse libri, film, racconti, videogiochi o canzoni.