KATMANDU – Sono cinque gli alpinisti italiani che hanno perso la vita sulle vette himalayane del Nepal. Il ciclone Montha, formatosi nel Golfo del Bengala, ha portato forti piogge e nevicate nel Paese, bloccando molti escursionisti. Le tempeste di neve e le valanghe hanno causato diversi incidenti, uccidendo in totale nove persone tra cui cinque italiani in due circostanze diverse
Le vittime della tempesta di neve in Nepal
Nella prima mattina di martedì 4 novembre la Farnesina ha diffuso in una nota i nomi delle vittime della valanga in Nepal di venerdì 31 ottobre. Sono Alessandro Caputo e Stefano Farronato i due alpinisti che hanno perso la vita sulle vette himalayane. In una nota del ministero degli Esteri si legge che “il loro decesso è stato confermato questa mattina dalle autorità locali. Dopo che da venerdì si erano persi i contatti”.

Secondo quanto riferito, gli alpinisti erano impegnati nella scalata del picco Panbari quando sono stati sorpresi da forti nevicate al Campo 1, sito a 5.000 m. Secondo quanto dichiarato dal portavoce del dipartimento Himal Gautam, il capo spedizione Valter Perlino di Pinerolo è stato soccorso domenica al campo base in elicottero.
Un secondo incidente, verificatosi nella giornata di lunedì 3 novembre, ha causato la morte degli altri alpinisti italiani. Alcuni media nepalesi hanno diffuso la notizia che nella valanga che ha colpito il campo base di Yalung Ri, a 200 chilometri dal Panbari, hanno perso la vita gli escursionisti italiani.
Gli italiani dispersi
Sarebbero ancora diversi gli alpinisti dispersi Nepal. Tra questi anche un fotografo e una guida abruzzesi: Paolo Cocco e Marco Di Marcello. I due erano partiti alla fine di ottobre con la Dolma Khang Mountain of Light Expedition, per tentare la scalata al Dolma Khang, vicino al campo base dello Yalung Ri, travolto da una valanga.


