Dietro le quinte della finanza: ecco chi manipola dati e denaro garantendosi guadagni stellari

breraDallo scoppio della crisi ad oggi sono diventati famosissimi anche se, nella maggior parte dei casi, restano semi sconosciuti alla maggior parte delle persone. Eppure nello loro mani hanno un potere incredibile, un potere spropositato e che può condizionare, ed in alcuni casi obbligare, le decisioni degli stati nazionali. Stiamo parlando dei ‘diavoli’ della finanza, di quelle persone che attraverso la compravendita dei titoli e la speculazione sfrenata modificano interi asset economici e si garantiscono guadagni stellari. A parlarne, nell’ambito del Festival del Giornalismo di Perugia, sono stati Guido Maria Brera, socio fondatore del gruppo Kairos ed autore del libro ‘I diavoli della finanza’, ed il giornalista de ‘The Economist’ David Lane.

“I cosiddetti diavoli manipolano non solo la finanza – ha dichiarato Brera – ma tutti gli altri ambiti della vita pubblica per tenere sotto controllo tutte le variabili”. Questi, in poche parole, scommettono continuamente sugli avvenimenti e per far sì che alla fine si verifichi esattamente quello che è nelle loro speranze condizionano, con tutti i mezzi a loro disposizione, la vita pubblica. Per fermare questa manipolazione sfrenata ci vorrebbero delle regole. “Peccato che ora come ora in questo ambito coloro che fanno le regole sono stati comprati da coloro che dovrebbero rispettarle – ha continuato Brera – ed i regolati si sono trasformati in regolatori, preservando in questo modo leggi inique che continuano a garantire gli enormi vantaggi della finanza”. E tutto ciò, quindi, in maniera del tutto legale. Infatti nel mondo della finanza nessuno infrange le leggi, non ce n’è bisogno.

“Per porre rimedio a questa situazione l’unica soluzione sarebbe rappresentata da un ritorno forte della politica nella regolamentazione della finanza” ha proseguito sempre Brera. Peccato però che gli attuali vertici mondiali al momento non siano d’accordo. “Ho ascoltato più volte Cameron e sembra che il premier britannico viva in un altro mondo, – ha sentenziato David Lane – non solo non ha intenzione di aumentare la regolamentazione in materia ma vorrebbe addirittura snellirla”.

La discussione ha toccato però tanti punti, tra i quali il reinvestimento degli enormi guadagni della finanza nello stato sociale, nelle strutture pubbliche, nella società. “Una delle maggiori differenze tra Italia e Stati Uniti in questo ambito è che tanti ‘diavoli’ della finanza americana spendono ingenti somme per sovvenzionare opere pubbliche come scuole ed ospedali – ha detto Brera – come una sorta di risarcimento alla società civile, ignara complice della loro scalata”. In Italia invece nulla di tutto ciò avviene. Le persone che si sono arricchite con la finanza tendono a costruire ville, comprarsi squadre di calcio, a far sfruttare la loro ricchezza solo ad una piccola parte di società, ignorando del tutto tutti gli altri. “La speranza è che questo meccanismo cambi – ha concluso Brera – e che questi soldi vengano investiti in strutture pubbliche, come le scuole, che sono di gran lunga gli asset più importanti a nostra disposizione della nostra nazione”.

Mario Di Ciommo