Fini: tornano le ombre sulla casa di Montecarlo

Sembra che così il cerchio si chiuda. E si stringa su Gianfranco Fini. Il motivo è sempre lo stesso: la casa di Montecarlo che ora sembrerebbe fosse proprio di Tulliani.  Quell’appartamento donato ad Alleanza Nazionale dalla contessa Colleoni e venduto (secondo i critici «svenduto») a una società. E in cui ha vissuto Giancarlo Tulliani, il cognato del Presidente della Camera. Ora L’Espresso rivela che la casa è stata venduta alla Printemps, una società rappresentata legalmente da James Walfenzao. Lo stesso avvocato che aiutò Tulliani ad aprire nel 2008, nel paradiso fiscale di Santa Lucia, la Jayden Holding che aveva come attività la compravendita di immobili.

Risale a più di un anno fa l’autodifesa di Fini sul caso Tulliani, trasmessa sul web. Meno di dieci minuti in cui il presidente della Camera faceva chiarezza sulla vicenda della casa di Montecarlo. Il leader Fli affermava di aver preso per buona la versione di Tulliani, che «Ha sempre negato con forza, pubblicamente e in privato di esserne il proprietario». Ma le parole di Fini lasciavano intravedere un’assunzione di responsabilità, nel caso in cui «la mia buona fede fosse stata tradita, non esiterei – affermava l’ex leader di An – a lasciare la presidenza della Camera».

Ma ora l’Espresso sembra abbia scoperto «che Walfenzao era un fiduciario dello stesso Tulliani: e che questi usò i suoi servizi per aprire proprio una società di compravendite immobiliari a Saint Lucia, nei Caraibi (17 ottobre 2012)». Con una serie di documenti inediti, sequestrati al re delle slot machine Francesco Corallo, riapre il mistero della casa di Montecarlo.

Nell’ inchiesta si rivela che nel gennaio 2008 Giancarlo Tulliani aprì nel paradiso fiscale di Saint Lucia una società rimasta finora sconosciuta, la Jayden Holding, che aveva come attività le compravendite immobiliari. E che, per farlo, si appoggiò a James Walfenzao, lo stesso fiduciario che figura come rappresentante legale della Printemps, la società di Saint Lucia che nel luglio 2008 acquistò da An l’appartamento di Montecarlo.

I documenti sono emersi durante la perquisizione effettuata nell’abitazione romana di Corallo, nell’ambito dell’inchiesta sui finanziamenti concessi dalla Banca Popolare di Milano al proprietario del gruppo Betplus (ex Atlantis World).

Si tratta di una serie di fax inviati durante i primi mesi del 2008 dagli uffici di Corallo allo studio di Montecarlo di Walfenzao, che tra i suoi molti ruoli ricopre anche quello di rappresentante legale del trust a cui sono intestate le quote del gruppo Atlantis.

Tra il marzo e il giugno del 2008, Corallo mandò a Walfenzao una copia del passaporto di Giancarlo Tulliani, una copia di quello della sorella Elisabetta e un modulo per l’apertura di un conto corrente a Saint Lucia intestato alla Jayden Holding.
Nel modulo, l’effettivo titolare della società viene indicato proprio in Giancarlo Tulliani.
La Jayden Holding, costituita nel mese di gennaio del 2008, aveva come attività la compravendita di unità immobiliari. Come ha potuto ricostruire “l’Espresso”, la società offshore di Tulliani è stata chiusa nel maggio 2011 ed era rappresentata da un legale di nome Cathy Walfenzao, con uffici allo stesso indirizzo di Montecarlo del più famoso James. Nelle carte sequestrate non ci sono però altri elementi che permettano di capire quali operazioni immobiliari abbia effettuato nei suoi tre anni e mezzo di vita la Jayden Holding.

La perquisizione che ha portato al ritrovamento dei documenti è quella di cui si parlò parecchio per l’intervento del deputato Amedeo Laboccetta, che portò via un computer portatile che venne restituito ai magistrati solo in seguito, quando i contenuti erano stati manomessi. Nel frattempo la procura ha emesso un mandato di arresto nei confronti di Corallo, accusato di corruzione e oggi latitante.

Lorenzo Caroselli