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HomeCultura Italo Calvino, 40 anni dalla morte del maestro della letteratura italiana

Quarant'anni senza Calvino
Cosa resto dello scrittore
del realismo e della fantasia

Libri che hanno raccontato il Novecento

La sua storia tra Cuba, Parigi e Sanremo

di Marco Bertolini19 Settembre 2025
19 Settembre 2025
Calvino

Italo Calvino | Foto Ansa

ROMA – Quarant’anni fa moriva a Siena Italo Calvino, uno dei più importanti scrittori del Paese. Nato a Santiago de Las Vegas de La Havana a Cuba il 15 ottobre 1923, stava lavorando alle lezioni ‘Sei promemoria per il prossimo millennio’ per la cattedra di poesia Charles Eliot Norton all’università di Harvard quando fu colpito da emorragia cerebrale. Primo scrittore italiano a cui la prestigiosa università americana propose di tenere un ciclo di conferenze, Calvino con le sue opere continua a parlare a generazioni di lettori perché, come scriveva in ‘Mondo scritto e mondo non scritto’, “la lettura è un rapporto con noi stessi e non solo col libro, col nostro mondo interiore attraverso il mondo che il libro ci apre”.

La sua storia tra i libri

La scrittura di Calvino ha sempre percorso il sentiero della sua vita. La sua esperienza della Resistenza, da partigiano della Brigata Garibaldi, ha tratto ispirazione per ‘Il sentiero dei nidi di ragno’: “Il significato della lotta, il significato vero, totale, al di là dei vari significati ufficiali, è una spinta di riscatto umano, elementare, anonimo, da tutte le nostre umiliazioni”, scriveva. Iscritto al Partito comunista italiano, nel 1957 decide di abbandonare il partito a seguito dell’invasione sovietica dell’Ungheria. In questo periodo i suoi romanzi di critica sociale ambientati durante il boom economico: ‘Il visconte dimezzato’, ‘il barone rampante’ e ‘il cavaliere inesistente’, raccolti ne ‘I nostri antenati’. Nel 1967 si trasferisce a Parigi dove conosce intellettuali come Raymond Queneau e Georges Perec che promuovono una letteratura fondata su vincoli matematici o giochi enigmistici. Calvino ne rimane affascinato e scrive ‘Le cosmicomiche’ e ‘Ti con zero’, che fondono scienza e immaginazione. Per lo scrittore la letteratura è sempre più uno strumento per decodificare e per reinterpretare la realtà, riuscendo a unire il rigore con la leggerezza, la complessità e la semplicità, come ne ‘Le città invisibili’, in cui scrive: “La città non dice il suo passato, lo contiene come le linee d’una mano, scritto negli spigoli delle vie, nelle griglie delle finestre, negli scorrimano delle scale, nelle antenne dei parafulmini, nelle aste delle bandiere, ogni segmento rigato a sua volta di graffi, seghettature, intagli, svirgole”. 

Da Cuba a Siena passando per Sanremo

“In fondo a ognuno di quegli occhi abitavo io, ossia abitava un altro me, una delle immagini di me”, scriveva lo scoiattolo della penna, così come lo ha definito Cesare Pavese. Italo, nome scelto dai genitori per sottolineare l’identità italiana della famiglia all’estero, negli anni ha vissuto varie esperienze e fasi, come quella a Cuba. Figlio di Mario ed Eva Mameli, nasce in una famiglia con il pollice verde. La madre è la prima donna in Italia a ricoprire una cattedra di botanica generale, il padre a Cuba dirige una stazione agronomica sperimentale per la produzione di canna da zucchero. Di Cuba Calvino non ha nessun ricordo dato che dopo due anni i genitori decidono di tornare in Italia, a Sanremo. Noto per il carattere riservato, da ragazzo amava i fumetti americani, che ne hanno influenzato la fantasia. Negli anni ha viaggiato molto, vivendo negli Stati Uniti e in Francia, mantenendo comunque un legame speciale con la città ligure.

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