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HomeEconomia Tasse sulle cripto, pressing della maggioranza per bloccare l’aumento al 33% dal 2026

Cripto-tasse, la maggioranza
di governo vuole bloccare
l'aumento al 33% dal 2026

Manovra, ecco il pacchetto fiscale

tra tasse, sanatoria e cedolare secca

di Clara Lacorte18 Novembre 2025
18 Novembre 2025
cripto

Foto di archivio

ROMA – La maggioranza si compatta per fermare l’aumento dal 2026 della tassazione sulle cripto-attività. Le forze di centrodestra, con una serie di emendamenti alla manovra, stanno provando a bloccare l’aumento dell’aliquota dal 26 al 33% prevista da gennaio.

La tassa sulle cripto-attività

La maggioranza, convocata per un vertice dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni in vista del voto in Commissione giovedì, sarebbe compatta nel bloccare l’aumento della tassazione delle cripto-attività. Una serie di emendamenti presentati da Lega, Forza Italia e FdI, e un emendamento presentato da alcune forze di maggioranza (M5S) punterebbero a bloccare l’aumento dell’aliquota con cui vengono tassate le plusvalenze derivanti da cripto-attività dal 26% al 33%, che dovrebbe scattare dal 1° gennaio 2026, dopo che lo scorso anno il governo ha fermato l’aumento dell’aliquota proposta al 42%. La Lega, in particolare, punterebbe a far slittare l’aumento dal 2026 al 2027.

Verso la conferma la sanatoria edilizia

Nonostante le polemiche e le accuse di “voto di scambio” da parte delle opposizioni, va verso la conferma la “sanatoria” edilizia voluta da FdI per le irregolarità non condonate nel 2003, in Campania soprattutto. Nicola Calandrini, presidente della commissione Bilancio del Senato, precisa: “Non è in alcun modo un nuovo condono edilizio, si interviene esclusivamente su una discriminazione che si protrae da 23 anni”.

La possibile riduzione della cedolare secca

Il partito di Matteo Salvini torna a chiedere la cancellazione dell’aumento della cedolare secca al 26% sugli affitti brevi già dalla prima abitazione, richiesta anche di Forza Italia, che chiede di introdurla al 21% anche per gli affitti dei negozi. Mentre Noi moderati la vuole al 15% per gli affitti a lungo termine. Il partito di Maurizio Lupi spera anche di innalzare a 200 mila euro il valore catastale per l’esclusione della prima casa dal calcolo dell’Isee.

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