Bari, fuochi d'artificionel rione Libertàper festeggiare omicidio

Nell'agguato ucciso Giuseppe Gelao si indaga sul movente del delitto

Fuochi d’artificio per festeggiare un omicidio. È accaduto a Bari la sera del 6 marzo, intorno alle 21.30, appena un’ora dopo l’uccisione, nel rione Japigia, di Giuseppe Gelao, trentanovenne con precedenti penali ucciso con una raffica di colpi che lo hanno colpito in varie parti del corpo. Nello stesso agguato è rimasto ferito Antonino Palermiti, nipote del boss Eugenio. Quando la notizia è arrivata ai referenti delle organizzazioni criminali, nel rione Libertà sono iniziati i festeggiamenti con esplosioni colorate in cielo. Una circostanza che non è passata inosservata agli investigatori della squadra mobile, al lavoro per la risoluzione dell’omicidio.

“E’ successo anche un paio di settimane fa, quando il 27 febbraio hanno arrestato il gruppo degli Strisciuglio che faceva le estorsioni – ha spiegato a Repubblica Don Francesco Preite, parroco della chiesa del Redentore, cuore del rione Libertà – Qui c’è la spartizione tra clan e, a seconda di chi ha la peggio, l’altro festeggia così”. Le indagini sul delitto si concentrano sulla possibile spaccatura nel clan Parisi. L’agguato sarebbe maturato dopo l’omicidio di Franco Barbieri, il 17 gennaio, nello stesso quartiere.

Dino Cardarelli

Trentatrè anni, marsicano, laureato in Comunicazione all’Università di Teramo, città in cui muove i primi passi nel giornalismo, collaborando con testate cartacee ed online locali. Pubblicista dal 2009, iscritto nell’Ordine abruzzese, vuole continuare ad inseguire il suo sogno: realizzarsi come cronista sportivo.