D’Alema con Bersani, contro Renzi non si arrende. Dentro o fuori il Parlamento: il responso alle primarie.

“Farò ancora più politica, non sono un cane morto. Se c’è una fase difficile, io mi mobilito”. E’un Massimo D’Alema agguerrito quello che ieri, negli studi della trasmissione “Otto e mezzo” su la7, ha risposto alle voci che chiedono la sua rottamazione. “Se vince Bersani, non mi ricandido. Se vince Renzi, combatto”. Dopo il botta e risposta di due giorni fa tra D’Alema e Bersani, il quale aveva dichiarato a Repubblica Tv che non avrebbe chiesto al primo di ricandidarsi, suscitando in lui un malcelato risentimento, ora sembra già tornato il sereno tra i due.
“Non ho voluto dare l’impressione di cedere”. E’ una questione di principio, ormai, per il politico romano, classe ’49 e una vita spesa tra le fila della sinistra, quella sinistra che contribuì a far “svoltare” in senso democratico, quando nel 1989, con Achille Occhetto, si operò la trasformazione del Partito Comunista Italiano in Pds (Partito democratico della sinistra). Presidente del Consiglio tra 1998 e 2000 e ministro degli esteri durante l’ultimo governo Prodi, attualmente presidente del Comitato Parlamentare perla Sicurezza della Repubblica, D’Alema non ci sta a farsi mettere da parte da un “nuovo arrivato” come il sindaco di Firenze, ora candidato alle primarie per il Pd, Matteo Renzi. “Due mesi fa – ha raccontato nell’intervista di ieri a Lilli Gruber – dissi a Bersani: è opportuno dare un segnale, potrei non candidarmi, prepariamo questa scelta, visto i tanti voti che prendo”. Poi è arrivato Renzi con i suoi slogan che, secondo lui, “cavalca l’antipolitica tirando la volata a Grillo” e la reazione è stata spontanea: “Non è piacevole essere oggetto di aggressioni continue. Non è tollerabile questo modo di condurre la battaglia politica”. Anche altri veterani del Pd, come Rosy Bindi e Anna Finocchiaro, hanno espresso pubblicamente il loro forte dissenso per l’atteggiamento “poco garbato” di Renzi.
Rottamazioni vere e inscenate. La miccia che ha innescato quella che D’Alema definisce “una caccia all’uomo” è stata il passo indietro di Walter Veltroni che, ospite lunedì scorso da Fazio alla trasmissione “Che tempo che fa”, ha dichiarato di non partecipare alle prossime elezioni. Una scelta di stile e di carattere, come precisa il presidente del Copasir: “Abbiamo caratteri diversi. Lui ha deciso di tirarsi fuori e di dichiararsi neutrale. Io combatto per Bersani e voglio farlo senza che nessuno pensi che difenda posizioni personali”.
Intanto martedì sera, a Empoli, è andato in scena un finto incidente, che ha buttato altra benzina sul fuoco delle polemiche: un uomo con la maschera di D’Alema si è fatto fotografare sdraiato sull’asfalto, in procinto di essere schiacciato dal camper del giovane candidato alle primarie. Lo scatto ha fatto il giro del web e l’organizzatrice del tour di Renzi, Simona Bonafè, si è affrettata a condannare il gesto.
Giulia Di Stefano