Doppio sciopero del trasporto pubblico rischia di mettere Roma in ginocchio

Un martedì funestato dalle proteste del trasporto pubblico a Roma. Due scioperi, uno del Sindacato unitario dei lavoratori (Sul) – contro il taglio degli stipendi – e uno dell’Atac, che riguarda tram bus e ferrovie. Questo è toccato oggi ai viaggiatori e pendolari romani. Disagi che non hanno riguardato solo la Capitale, ma anche Torino e Milano. E proprio in queste due città le difficoltà del trasporto continueranno fino a sera.

I primi disagi. Oltre allo sciopero di un’intera giornata degli autoferrotranvieri dei servizi urbani e periferici del Trasporto pubblico locale (Tpl) e del consorzio Cotri (che rientra in una protesta a livello nazionale che sta coinvolgendo anche Milano e Torino), nella Capitale si sono fermati per quattro ore, dalle 8.30 alla 12.30, i dipendenti e gli autisti dell’Atac.
Alle 9, a Roma, la situazione dei trasporti era caratterizzata negativamente dalla chiusura della Metro A e dal servizio ridotto Roma-Lido e Termini-Giardinetti. Sul fronte dei bus, dei tram e dei filobus sono invece state diverse le cancellazioni di corse o addirittura di intere linee.
Un assaggio degli scioperi odierni si è avuto stanotte sulla rete periferica romana del trasporto pubblico locale, dove le linee che non hanno fatto servizio sono state complessivamente quattro, mentre quelle che hanno offerto un servizio ridotto sono state undici.
Infine, per facilitare gli spostamenti e limitare i disagi, i varchi Ztl, al Centro Storico e a Trastevere, sono stati appositamente disattivati.

Alemanno punta il dito. Un doppio sciopero che il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, sostiene essere nato «dalle contraddizioni delle leggi nazionali: perché l’autorità garante della concorrenza ha messo in discussione la delibera che concede all’Atac per sette anni la gestione del Tpl, ma senza dare una soluzione alternativa». Il primo cittadino ha poi dichiarato come sia necessario «avere una risposta chiara a livello nazionale. Noi del resto abbiamo fatto le nostre delibere proprio in base alle leggi nazionali. Delibere che l’antitrust ha bocciato senza indicarci altre strade percorribili: lo spiegheremo ai sindacati ma l’invito è di non far pagare ai cittadini il costo di queste controversie e di evitare di fare uno sciopero basato su questi elementi».

Fabio Grazzini