HomeEsteri Francia, sciopero contro la riforma delle pensioni. Oltre 250 manifestazioni

La riforma delle pensioni
infiamma le piazze francesi
Previste 250 manifestazioni

Parigi bloccata, schierati 6mila agenti

si temono attacchi dai Black Block

di Chiara Capuani05 Dicembre 2019
05 Dicembre 2019

Oggi la Francia si ferma per manifestare: gilet gialli, insegnanti, studenti, persino la polizia. Scenderanno tutti in piazza contro la riforma delle pensioni, uno dei capisaldi del programma del presidente francese Emmanuel Macron.

In tutto il paese sono previste oltre 250 manifestazioni, rendendo la mobilitazione odierna uno degli scioperi più imponenti degli ultimi anni. I servizi si fermeranno per quasi tutto il giorno: dagli aerei ai treni, dagli autobus alle metro, fino agli ospedali, aperti solo per le emergenze. La giornata si annuncia pesantissima: già dalle prime cifre disponibili, il movimento di protesta sembra avere un forte seguito. Secondo i dati messi a disposizione da Sncf, società nazionale delle ferrovie francesi, a fermarsi sarà il 90% dei treni alta velocità (Tgv) e oltre l’80% di quelli regionali. Chiuse anche le scuole.

A Parigi, dove si temono I black block e i “gilet gialli radicalizzati” – come ha specificato il ministro dell’Interno, Christophe Castaner –, sono stati schierati oltre 6.000 agenti, impiegati per sorvegliare il corteo pacifico dei lavoratori in programma dalle 13. Nel Paese che funziona a rilento, con tante attività appesantite dalla mancanza del personale, ha chiuso i battenti anche la Tour Eiffel. La società Sete, che gestisce il monumento simbolo della capitale francese, ha annunciato con una nota che oggi il personale non è “abbastanza numeroso per aprire il monumento in condizioni di sicurezza e di accoglienza ottimali per il pubblico”. La Sete ha aggiunto tuttavia che il piazzale sotto alla Torre resta accessibile gratuitamente.

Sulla riforma previdenziale Macron si gioca il resto del suo mandato. E alcuni temono una ripetizione dei grandi scioperi del 1995, quando il Paese restò paralizzato per tre settimane, fino a Natale, con 2 milioni di lavoratori in piazza e un mesto dietro-front da parte del governo, con successive dimissioni dell’allora premier Alain Juppé e scioglimento del Parlamento.

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